Poteva essere la partita della ripartenza per provare a lasciarsi alle spalle la penosa esclusione dal Mondiale, complice l’atmosfera di Wembley, strapieno in ogni ordine di posti. Invece è arrivata una dura lezione, la conferma che l’Italia non è piú quella che ha trionfato agli Europei. Mentre l’Argentina è una squadra di livello mondiale, che si presenta in Qatar come una delle favorite alla prossima World Cup.
Il 3-0 finale è un risultato giusto, che fotografa il divario tra le due squadre.
L’Argentina ha dominato la partita grazie a un Messi particolarmente ispirato, e alle due punte Di Maria e Martinez, tutti e tre a segno. Il team biancoceleste gioca a memoria, con una proprietà di palleggio da applausi a scena aperta, mentre l’Italia fatica a costruire gioco.
Si sente tra gli azzurri la mancanza di Verratti, il nostro uomo di maggior talento, ma pesa ancora di piú la scarsa concentrazione di Jorginho, mai incisivo e a tratti distratto. Barella, Pessina e Bernardeschi fanno quello che possono, mentre davanti Belotti riceve pochissimi palloni. In difesa Chiellini gioca una gara intensa, facendo quasi reparto da solo. Un suo duello con Messi scatena gli applausi, e ci fa capire quanto sarà difficile rimpiazzarlo. Ma nonostante il suo impegno oggi la nostra difesa è apparsa meno granitica del solito.
La supremazia di gioco dei biancocelesti è immediata. Al 4 minuto il primo guizzo di Messi. Dribbla due giocatori, gli vanno attorno cinque azzurri, e per fermarlo è necessario il fallo. La sua punizione si infrange sulla barriera.
Gli Azzurri iniziano a spingere attorno al 15-mo minuto, grazie alle avanzate sulle fasce di Emerson e Bernardeschi, e vanno al tiro in paio di occasioni. Ma non sono mai veramente pericolosi, e quando ci sono i tiri di liberi si sente la mancanza di un tiratore scelto come Insigne. Mentre l’Argentina mette sempre piú paura con le sue ripartenze.
Il primo goal dell’Argentina arriva al 28mo. Lo segna Lautaro Martinez con un tap-in sotto porta ma il merito è tutto di Messi, che gli offre una palla al bacio dopo essersi liberato di due giocatori con un slalom sul lato sinistro.
Il raddoppio arriva al 45mo. Lautaro riceve il rilancio del portiere sulla linea di centrocampo, si libera facilmente di Bonucci, avanza indisturbato e pennella un assist millimetrico per Di Maria, che con un pallonetto mette la palla in rete anticipando Donnarumma, uscito leggermente in ritardo.

A fine primo tempo la partita è sostanzialmente già chiusa. Se ne accorge Mancini, che decide di fare le prime sostituzioni togliendo Chiellini, Bernardeschi e Belotti e mandando in campo Lazzari, Locatelli e Scamacca. Vista la situazione, deve avere pensato, meglio trattare la partita come un amichevole di lusso e far fare esperienza a giocatori giovani, come il 23enne attaccante del Sassuolo.
Dopo l’intervallo la musica non cambia. Forte del 2-0, l’Argentina controlla la partita senza forzare. Gli Azzurri provano con un certo orgoglio a venire avanti, ma la fantasia latita, mentre i maestri argentini mettono paura ogni volta che si avvicinano alla nostra porta.
L’Italia va al tiro in un paio di occasioni, ma è Donnarumma ad essere il portiere piú impegnato, esaltandosi su due tiri di De Maria e facendo un salvataggio da brividi su un passaggio indietro suicida di Bonucci. In avanti gli azzurri si presentano spesso ma sbagliano passaggi facili e non riescono ad essere pericolosi.
La scena che fotografa la partita arriva al 64mo. Jorginho si trova con la palla ai piedi al limite dell’area avversaria. La tocca una, due, tre volte, aspettando il movimento di un compagno che non arriva, e senza provare ad andare al tiro. Al quarto tocco si sa soffiare la palla di Messi che gli arriva dritto da dietro, e riparte in contropiede.
Nell’ultimo quarto d’ora, il predominio argentino diventa quasi irritante. Stimolati dagli “ole’ dei lori tifosi, Messi e compagni sembrano irridere gli Azzurri con il loro tiki taka e i nostri subiscono la provocazione. Di Lorenzo stende Messi con un fallo inutile, dettato dalla frustrazione, e si guadagna un cartellino giallo, mentre pochi minuti tocca a Barella finire nel taccuino dell’arbitro. Mancini continua con le sostituzioni mettendo dentro Bastoni per Emerson e Spinazzola per Messina, mentre gli argentini preparano la festa.
In pieno recupero ci pensa Dybala, appena entrato, a sigillare il punteggio sul 3-0. L’azione la costruisce ancora una volta Messi. Con la sua consenta accelerazione il numero 10 argentino porta la palla fino al limite dell’area, poi la appoggia al suo compagno che una rasoiata sorprende Donnarumma, anche questa volta non impeccabile.
Undici mesi dopo la straordinaria vittoria agli Europei, questa volta gli Azzurri devono guardare la premiazione dalla parte dei perdenti. Tocca a Messi, premiato come Man of the Match, sollevare il trofeo della “Finalissima” e esultare con i suoi compagni sul le note di We Are The Champions.
Photo: 1) Catherine Ivill – UEFA/UEFA via Getty Images; 2) Michael Regan – UEFA/UEFA via Getty Images