RWC2015, l’Italia esce a testa alta con l’Irlanda. Alcune considerazioni

RWC2015, l’Italia esce a testa alta con l’Irlanda. Alcune considerazioni

 

L’Italia ha iniziato la Coppa del Mondo di Rugby dando il peggio di sè: con la Francia ha concesso un numero incredibile di punizioni, con il Canada ha messo in mostra una difesa a tratti imbarazzante e un’incapacità di mantenere il possesso a terra. La partita con l’Irlanda giocata domenica e persa per 16-9, ha fatto rivedere la migliore nazionale azzurra, con l’avversario probabilmente piu ostico del girone.

Manca una partita dalla fine del mondiale, con la Romania, utilissima per conquistare la qualificazione automatica al prossimo torneo iridato in Giappone. Possiamo però già arrivare ad alcune conclusioni importanti sull’avventura italiana in Inghilterra:

  • Parisse fa la differenza: il capitano si è infortunato al polpaccio nell’ultima partita di preparazione con il Galles, dove l’Italia aveva giocato bene e si era visto il suo impatto rispetto alle partite precedenti, dove erano stati provati altri giocatori nel suo ruolo. Le prime due partite al mondiale, senza di lui, hanno confermato quest’impressione. Parisse, oltre ad essere un giocatore che sarebbe titolare in qualsiasi altra nazionale al mondo, ha una capacità di guidare e alzare il morale dei giocatori in campo degna di Giulio Cesare.
  • La nazionale italiana ha tanto cuore, ma poche abilità offensive: la mischia è sempre stato uno dei punti fermi per gli azzurri, sempre in grado di reggere il confronto con i migliori, spingendo gli avversari a concedere punizioni preziose, spesso decidendo le sorti delle partite equilibrate. L’Italia deve ancora affidarsi al gioco da fasi statiche, non avendo tra i tre quarti la visione di gioco e la capacità di leggere i movimenti della difesa proprie dei grandi playmaker esterni, come Matt Giteau (Australia) o Conrad Smith (Nuova Zelanda). Purtroppo con L’Irlanda la rimessa laterale non ha funzionato bene come al solito.
  • Il movimento è assuefatto alla sconfitta: se si vuole migliorare bisogna giocare con i migliori e solitamente l’Italia esce dal campo in maniera dignitosa anche con le squadre piu’ forti, ma è dal marzo 2013 che gli azzurri non vincono con una squadra di rango: fu il turno dell’Irlanda, battuta all’olimpico per 22-15. Il movimento rugbystico ha sempre sostenuto i giocatori nei momenti difficili, accontentandosi fin troppo di uscire dal campo a testa alta, ma senza alcun punto in classifica. È necessario ritrovare una mentalità vincente.
  • L’Italia deve guardarsi alle spalle, oltre che in avanti: in una lucida, come sempre, analisi del rugby mondiale, Vittorio Munari ha fatto notare come le nazioni emergenti della palla ovale stiano facendo grandi progressi, soprattutto nell’abilità di tarpare le ali al gioco delle squadre più avanzate. Nel futuro dovremo stare molto piu attenti a squadre come Canada, Romania, Georgia, Giappone. Alcune di loro ci sono già davanti nel ranking mondiale.

Aspettiamo di vedere l’ultima uscita della nazionale italiana, sperando in un finale degno della Coppa del Mondo. L’appuntamento con la Romania è per domenica 11 ottobre alle 14:30, al Sandy Park di Exeter.

Federico Lago

Londra, 6/10/2015

foto: Sergio Parisse durante Irlanda-Italia (fonte: www.rugbyworldcup.com)