“Ho dovuto rinunciare ai miei studi a Londra per colpa della Brexit. I prezzi delle università e la possibilità di potermi trasferire lì sono diventati inaccessibili per me.”
A raccontarcelo é Emilio Di Mauro, diciannovenne siciliano, che incontriamo ad Amsterdam dove da poco ha cominciato il suo percorso universitario presso la Willem de Kooning Academie.
Accanto a lui, Giulia Morabito, diciottenne di Catania che frequenta il corso di Architettura di Interni e Design del mobile alla Royal Academy a l’Aia in Olanda, che incalza: “Anche io inizialmente volevo trasferirmi a Londra, lavorare e allo stesso tempo iscrivermi all’universitá. Ma essendo oramai, il Regno Unito, non piú in Europa, sono stata scoraggiata delle procedure burocratiche, la difficoltá a trovare un lavoro, che non fosse in nero, e una stanza dove stabilirmi.”
Storie, queste, che assomigliano a quelle di migliaia di studenti che, trovando difficoltà a sistemarsi nel Regno Unito post-Brexit, guardano ad altre destinazioni europee, Amsterdam in testa.
A confermarcelo é Massimiliano Sfregola, fondatore e direttore di 31mag, periodico di notizie dall’Olanda e dal Belgio. “Oggi, una cittá come Amsterdam, rappresenta, rispetto a Londra, un ottimo second best sia per studenti che per giovani professionisti. In realtá – spiega Sfregola – questo é un fenomeno a cui assistiamo anche da prima della Brexit. Ma l’uscita del Regno Unito dall’Europa lo ha amplificato.
Infatti, Amsterdam e Londra offrono condizioni simili. Puoi vivere da solo, ci sono musei, attrazioni e molte cose di interesse. Possiamo dire che sotto il profilo dell’immagine esteriore e dell’attrattivitá Amsterdam offre moltissimo. A questo si aggiunga il vantaggio dell’inglese. Inoltre, le universitá olandesi sono tra le prime cento nelle classifiche degli atenei piú prestigiosi. Tutto questo fa di Amsterdam un’opzione low-cost e di qualità alternativa a Londra”.
Una diaspora che é confermata anche dagli esperti del mondo dell’educazione che operano nel Regno Unito.
“Negli anni abbiamo registrato un calo degli studenti italiani che si rivolgono a noi per iscriversi alle universitá britanniche” conferma Clizia Albertella, senior recruiter manager di EU Network, agenzia che supporta nel percorso di iscrizione nelle universitá del Regno Unito.
A pesare non solo Brexit, ma anche Covid e il nuovo regime del settlement status. “Da tre anni, infatti, abbiamo avuto un calo di richieste pari al 30 – 40%. Un numero rilevante, ma onestamente inferiore a quello che ci aspettavamo, che é compensato anche da un accresciuto numero di utenti extra europeo”.
Insomma, Londra e il Regno Unito restano sempre accattivanti, ma italiani ed europei in generale guardano sempre piú altrove.