Un’economia di salari alti e tasse basse è quella che promette Boris Johnson nel suo intervento nella giornata conclusiva del congresso del Partito conservatore a Manchester.
Tuttavia, ha ammesso il premier britannico, “ci vorrà tempo” e “potrebbero esserci delle turbolenze“. Una di queste turbolenze è certamente l’aumento delle aliquote contributive approvato all’inizio di settembre, deciso per finanziare il deficit del servizio sanitario nazionale, l’NHS, ingigantito dall’emergenza Covid.
Per difendere la sua scelta, aspramente criticata da alcuni settori del partito, Johnson ha invocato lo spirito di Margaret Thatcher. La Lady di Ferro, ha detto il primo ministro, “non avrebbe ignorato il meteorite che si è schiantato sulla nostra economia“.
Per il resto, Johnson ha illustrato il suo piano per ricostruire meglio il Paese dopo la pandemia, rilanciando la sua agenda per innalzare il livello della società britannica in tutti i suoi settori, a partire da quelli più svantaggiati.
Il premier si è lanciato in un’appassionata difesa del British way of life, promettendo che il governo userà le “libertà della Brexit per fare le cose in maniera diversa“. Il Regno Unito, ha detto, ambisce a diventare una “superpotenza scientifica“. Ma non solo, l’uscita dall’Unione Europea ha consentito anche la nascita dell’alleanza militare Aukus con Australia e Usa in chiave anti cinese. Aukus, ha detto Johnson, è “semplicemente il riconoscimento del fatto che il mondo sta ruotando il suo asse economico“.
Ha poi puntato l’attenzione su una delle maggiori criticità di questo momento vissute dal Regno Unito: la carenza di personale in alcuni settori, come l’autotrasporto e la macellazione, per le conseguenze della Brexit, che ha ridotto l’afflusso di manodopera dai Paesi dell’Unione Europea.
“L’immigrazione non deve essere usata come una scusa per non investire nel personale – ha detto – nelle competenze e nei macchinari per fare quei lavori. Siamo contro l’immigrazione incontrollata che tiene i salari bassi a favore di un’economia basata su elevate competenze e tasse basse“.
Johnson sostiene dunque che l’immigrazione di massa sia fra i motivi per cui gli stipendi non sono saliti così rapidamente come avrebbero potuto e sostiene anche che quel modello è ormai rotto e che verrà cambiato, consapevole che si tratta di un cambiamento che necessità di tempo, anni per l’esattezza. “Il paese da oggi prende una nuova direzione, verso alti stipendi, alte competenze, alta produttività e un’economia a bassa tassazione“, ha concluso risottolineando il leitmotiv del suo intervento.