“Dalla Brexit a Trump. Quando vivi sulla tua pelle le evoluzioni della storia”

Il regista Luca Vullo testimone di due degli eventi politici più importanti di sempre. Prima a Londra e poi a Chicago

“Dalla Brexit a Trump. Quando vivi sulla tua pelle le evoluzioni della storia”

 

Passare dalla Brexit alle elezioni americane con la vittoria di Donald Trump. Parliamo di due tra i maggiori eventi della storia contemporanea, che cambieranno sicuramente gli equilibri geopolitici a livello internazionale. Nel bene o nel male, noi tutti potremmo dire in futuro: Io c’ero.

Ma viverli addirittura in prima persona è forse una “fortuna” riservata a pochi. Ed è accaduto a Luca Vullo, regista del docu-film “Influx” e “docente” di gestualità italiana in giro per il mondo. Vullo, di base a Londra anche durante il referendum britannico dello scorso 23 giugno, nei giorni scorsi si trovava a Chicago durante il Big Tuesday. Offrendoci un suo pensiero, di quei momenti che hanno forti connessioni con quanto sta accadento ora in Europa, e nell’UK in particolare.

Arrivare a Chicago la sera dei risultati elettorali che consacrano la vittoria elettorale di Trump non capita tutti i giorni. E’ un momento storico per l’America e nonostante il jet leg decido comunque di aggirarmi per i locali vicini al mio hotel per sentire e vedere l’atmosfera che si respira durante quelle ore.

Chiaramente in tutti i locali i televisori sono sintonizzati sulle elezioni e la gente più o meno attentamente, esprime animati commenti davanti a una birra. Ovviamente so di trovarmi nella città natale di Hilary e in uno degli Stati che dà per scontata la vittoria della Clinton ma stranamente molte delle persone con cui parlo mi dicono di aver votato fieramente per Trump.

Durante l’escalation dei risultati continuo a ricevere messaggi depressi e increduli da diversi amici italiani e americani che vivono in diverse parti degli Stati Uniti: Trump è in testa. Sapete com’è andata a finire ma di certo posso raccontarvi quello ho visto e sentito per le strade, i locali e soprattutto le Università di Chicago dove ho lavorato a partire dal giorno dopo.

Credetemi se vi dico che ho visto e sentito piangere diverse persone, ho partecipato alle tre giornate di manifestazioni sotto l’Hotel Trump e mi sono confrontato con tutte le persone che incontravo. La frase ricorrente è spesso stata “Sono sotto shock” e le emozioni più diffuse erano la tristezza e la paura. Più della metà della popolazione americana non credeva che potesse succedere davvero.

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Inevitabilmente tutti i cittadini non americani che vivono nel paese sono quelli che sono entrati nel panico. Cosa succederà adesso? Potrò ancora restare qui? Domande e quesiti che inevitabilmente mi portavano a rivivere i momenti della Brexit dello scorso giugno nel Regno Unito. Analogie nelle reazioni psicologiche ed emotive nelle diverse aree della nazione ma anche analogie nei risultati elettorali. Le grandi città e aree urbane hanno infatti votato per la Clinton, le zone rurali hanno preferito invece Trump.

La cosa che mi ha colpito di più è vedere come ci siano state delle reazioni similari nei due paesi. Infatti anche in questo caso a subire il colpo maggiormente è stata la fascia di giovani. Proprio i ragazzi erano i protagonisti delle manifestazioni per le strade del paese ma anche il pubblico dei miei workshop sulla gestualità italiana in tre delle più importanti Università di Chicago: Loyola, De Paul, Illinois tenute proprio nei giorni seguenti l’elezione di Trump.

Il morale dei ragazzi era molto basso, sembrava come se fossero bloccati all’interno di una bolla di silenzio e smarrimento. La reazione è stata talmente evidente anche per tutti gli insegnanti che sono stati subito istituiti dai servizi di sostegno morale e psicologico in tutte le università.

E’ anche vero che ad alcuni insegnanti la reazione dei ragazzi appare un po’ eccessiva ed immatura ma il cambiamento di mood generale è un dato di fatto. Ho visto e sentito discorsi fatti per spronarli a reagire a quello che in fondo è stato il risultato delle votazioni ma è inevitabile intravedere un momento difficile per le nuove generazioni americane che sono rimaste spiazzate e fanno fatica ad accettare questo nuovo presidente. D’atra parte ho sentito anche pareri favorevoli di professionisti e uomini di finanza che vedono in questo nuovo presidente una possibile spinta per la ripresa economica del Paese.

Insomma staremo a vedere ma di certo saranno mesi e anni caldi anche da questa parte dell’oceano. A pensarci bene sono stati mesi impegnativi anche per me se considero che in un arco temporale relativamente breve ho vissuto intensamente la Brexit prima e l’elezione di Trump dopo, due momenti storici che oltre a causare forti scosse psicologiche e sociali hanno portato e porteranno cambiamenti geopolitici che ritroveremo nei prossimi libri di storia.

Luca Vullo