Aboubakar a Londra: “Scriviamo una nuova pagina per l’Italia partendo da voi”

Il leader del movimento "Invisibili in Movimento" nella capitale inglese per raccogliere le esperienze dei connazionali "senza voce"

Aboubakar a Londra: “Scriviamo una nuova pagina per l’Italia partendo da voi”

“Insieme vogliamo scrivere una pagina nuova per l’Italia, cominciando dalle storie e dalle esperienze della comunità italiana a Londra e nel Regno Unito”. È il messaggio di Aboubakar Soumahoro, leader di “Invisibili in Movimento”, da anni impegnato contro il Caporalato e lo sfruttamento degli oppressi, presente nel weekend appena trascorso a Londra per una nuova tappa, dopo Bruxelles, del tour tra le comunità italiane all’estero.

Aboubakar Soumahoro
Aboubakar Soumahoro durante l’incontro a Londra

Lo intervistiamo a margine dell’evento andato in scena alla SOAS di Londra, strappandolo a selfie e foto che generosamente concede a studenti e partecipanti all’evento “Londra Italia – Tra Sogno e Invisibilità”. 

Sogno e invisibilità, appunto. Temi che sono centrali nella narrazione di Aboubakar e che tornano ricorrentemente nell’agorà popolare di Londra. 

Lui, emigrato, tra immigrati connazionali, che ricorda: “Mentre ascoltavo gli interventi che si sono succeduti, mi  sono venuti in mente i miei primi giorni in Italia”.  

Un viaggio che dalla Costa d’Avorio lo ha portato a diciannove anni in Italia. “Lo ricordo benissimo. Era pieno inverno ed ad un certo punto ho iniziato ad indossare due pantaloni per il freddo. Non avevo mai fumato, ma mi sono trovato con questo fumo che usciva dalla bocca e mi chiedevo cosa fosse. Era il freddo” racconta sorridendo. 

Un ricordo che si accompagna, però, alla consapevolezza della durezza delle storie di emigrazione. 

“Si emigra con l’illusione dei desideri, dei sogni, ma poi ci si ritrova nelle braccia della sofferenza, dello spaesamento, del rancore, dell’adesso ci sono, se torno indietro cosa diranno?”. 

Sentimenti familiari, sin troppo familiari. Un’esperienza personale, intima, che si intreccia con quella di insegnanti, ricercatori, riders, artisti presenti all’agorà per dare la propria esperienza. 

Comuni storie di immigrazioni, che in una città come Londra, diventano storie di invisibilità. Di invisibili. 

“Le vostre esperienze, gli interventi che ci avete consegnato, sono un atto di coraggio, condivisione, e di questo vi ringrazio”. 

“Capisco e conosco questo sentimento – assicura –  e vi dico che non sono qui perchè vi porto una richiesta di voto, perché penso che la trasformazione della nostra società in forma elettorale, la spogli della sua essenza. Sono qui, invece, per portare una politica capace di ascoltare. Oggi sembra che si ascolti, ma non si ascolta correttamente. Bisogna ascoltare con empatia, sapendo che abbiamo di fronte un altro essere umano. Le agorà che stiamo promuovendo hanno questo obiettivo. Aggregare persone che talvolta faticano a parlarsi, per dare il via ad una stagione di organizzazione politica che non si limiti al dialogo con i cittadini solo nelle scadenze elettorali”. 

Per Aboubakar Soumahoro, infatti, c’è bisogno di una politica nuova. E per esprimere questo concetto utilizza un metafora, quella della pianta. 

“Se soffriamo di allergia, non possiamo innaffiare la stessa pianta che ci dà l’allergia. Dobbiamo cambiare prospettiva, convincendoci che sia possibile, perché dire che nulla può essere cambiato, significa annaffiare proprio quella pianta”. 

“Noi invece oggi piantiamo un seme per una politica altra, una politica di speranza, di partecipazione, dicendo chiaro che vogliamo scrivere la storia dell’Italia, dell’Europa, a partire da una lavagna bianca, proprio partendo dalle cose che abbiamo ascoltato qui, oggi, tra gli italiani a Londra e nel Regno Unito”. 

La ricetta che offre il leader degli “Invisibili” è un nuovo umanesimo. Una politica nuova che metta al centro la persona e i suoi diritti. 

“Non una politica dei sondaggi, che sia adegui a quello che la gente vuol sentirsi dire, ma una politica che abbia l’audacia di raccontare le sofferenze, i desideri e i sogni di una comunità. Ma per farlo abbiamo bisogno di un modello nuovo, al servizio della persona umana e in armonia con la stessa”. 

“Pertanto insieme proiettiamoci verso una società, una politica, nuova e diversa”.