Napoli conquista Londra: Gigi D’Alessio e la "nuova generazione" incantano il Britten Theatre
Per i 2500 anni della città, la musica partenopea abbatte i confini: un trionfo di identità e modernità nel cuore del Regno Unito. La nostra video intervista
Portare 2500 anni di storia in una scaletta musicale è un’impresa quasi impossibile, ma portarne l’anima, quella viscerale e autentica, è ciò che Gigi D’Alessio ha fatto al Britten Theatre con lo spettacolo ‘Napoli Musa Live’. In una Londra che ospita una comunità italiana vasta quanto un capoluogo di regione, la serata si è trasformata in un abbraccio collettivo, dove la distanza tra palco e platea è stata azzerata da un coro unanime di voci.
L’evento, parte delle celebrazioni ufficiali per il 2500esimo compleanno di Napoli e realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e l’Istituto Italiano di Cultura di Londra diretto da Francesco Bongarrà, non è stato solo un concerto, ma un manifesto culturale. Accanto a D’Alessio, protagonisti indiscussi della scena urban e pop partenopea: Mavi, Rosario Miraggio e Gianluca Capozzi. Una scelta non casuale, ma una precisa dichiarazione di intenti da parte del cantautore, che ha voluto mostrare al pubblico internazionale il volto contemporaneo della città.
È lo stesso D’Alessio, a margine dell’evento, a spiegare il senso profondo di questa operazione, che va oltre la semplice nostalgia da emigranti. “Ho fatto una quindicina di tour mondiali”, racconta l’artista, “e quello che ho visto spesso all’estero, soprattutto in Canada e Stati Uniti, è che i figli di chi è partito non hanno più nulla di italiano, perché non c’è stato un investimento sui giovani. Siamo rimasti fermi ai cantanti degli anni ‘50 e ‘60”.
Questa volta, invece, il Ministero ha scommesso sulla musica moderna napoletana. “Finalmente il Ministero fa qualcosa di interessante, apre le porte ai giovani”, sottolinea D’Alessio. “In questa manifestazione ho portato con me degli amici e colleghi che rappresentano la nuova generazione. Sono artisti che riempiono i palazzetti dello sport e cantano bene”.
Per D’Alessio, Napoli non è solo una città, ma una “nazione nella nazione”. “Essere un cantante napoletano oggi è una marcia in più”, afferma con orgoglio. “Sei un cantante bilingue: parli l’italiano e il napoletano. E il napoletano è una lingua, patrimonio dell’UNESCO, non più un dialetto”.
La serata londinese ha sancito definitivamente lo sdoganamento della musica partenopea, un processo che D’Alessio descrive con una metafora efficace: “Per noi la dogana non era a Chiasso, era a Caianello. Arrivati lì, dovevi tornare indietro. Oggi, fortunatamente e grazie a tanti sacrifici, abbiamo rotto questo muro”.
La dimostrazione è arrivata dalla reazione del pubblico del Britten Theatre: una platea mista di italiani residenti, expat di nuova generazione e ospiti internazionali, tutti coinvolti nel ritmo travolgente delle hit di D’Alessio e dei suoi ospiti. Se in passato “se non cantavi ‘O Sole Mio’ o ‘Torna a Surriento’ difficilmente nasceva la standing ovation”, come ricorda Gigi citando i grandi tenori, oggi Londra applaude anche le nuove sonorità che raccontano una Napoli crogiolo di cultura, tradizioni e umanità.
In un momento storico in cui Napoli celebra il suo passato millenario, Londra si è confermata la vetrina ideale per guardare al futuro. La città britannica, col suo carattere cosmopolita, ha accolto non solo la melodia classica, ma l’energia vitale di una scena musicale che, come dice D’Alessio, “oggi non ha più confini: non c’è artista italiano che non ami duettare con artisti napoletani”. Napoli, dunque, si conferma ambasciatrice dell’Italia nel globo, forte di una tradizione che sa rinnovarsi senza mai tradire le proprie radici.
L’iniziativa è stata inserita nel percorso di attività che, nella celebrazione dei 2500 anni, ha contribuito a portare il valore di Napoli nel mondo, sotto la regia di un comitato istituito congiuntamente dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Cultura con il patrocinio dell’Istituto italiano di cultura tanto che il direttore Francesco Bongarrà ha fatto gli onori di casa presentando l’evento . Londra, con la sua numerosa comunità italiana e il suo carattere cosmopolita, crocevia di culture e tradizioni diverse, ha rappresentato un’opportunità unica per riaffermare il ruolo della città quale ambasciatrice dell’Italia nel globo.


