Ius soli, ius sanguinis e Brexit. Per gli europei nati in UK come si fa a diventare cittadini britannici
Nel corso degli ultimi 40 anni l'Home Office ha cambiato varie volte le regole. La nostra esperta chiarisce la situazione attuale
Si torna a parlare di cittadinanza britannica per gli europei, a causa di una recente sentenza della High Court che ha sollevato dubbi sul diritto all’acquisizione della cittadinanza in modo automatico per i figli di cittadini europei nati nel Regno Unito prima del 2 ottobre 2000.
La normativa riguardante l’acquisto della cittadinanza britannica per chi è nato in UK è molto complessa, a causa di variazioni legislative accumulatesi nel corso degli anni.
Fino al primo gennaio 1983, vigeva lo ius soli, cioè bastava nascere sul suolo britannico per essere cittadini, indipendentemente dallo status dei genitori.
Con l’avvento del British Nationality Act del 1981, entrato in vigore appunto a gennaio 1983, si è passati allo ius sanguinis, per cui un bambino nato in UK è cittadino britannico soltanto se uno dei genitori fosse stato in possesso di cittadinanza o di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, al momento della nascita del figlio. C’erano alcume eccezioni in caso di genitori non sposati, che sono state poi abolite.
Le difficoltà a determinare se un bambino o bambina fossero cittadini britannici alla nascita, si complicano in caso di genitori europei. Infatti, vista la libertà di circolazione negli stati EEA – almeno fino alla Brexit - non è stempre stato chiaro se per gli europei ci fosse bisogno di avere un permesso a tempo indeterminato emesso dall’Home Office, o se bastasse avere acquisito tale diritto in automatico, grazie alle leggi europee, e dopo quanto tempo questo diritto si acquisisse.
Per i nati dal 30 aprile 2006 fino al 31 dicembre 2020, basta provare che uno dei genitori abbia esercitato i diritti di libera circolazione garantiti dai trattati europei per cinque anni consecutivi, cioè che abbia lavorato, studiato, o fosse stato in cerca di lavoro, o persona economicamente autosufficiente per un quinquennio precedente alla nascita del figlio.
Invece, i nati dal 2 ottobre 2000 al 29 aprile 2006, devono provare che uno dei genitori abbia ottenuto dall’home Office un documento attestante la residenza permanente in UK. Poichè per gli europei non c’era bisogno di presentare tale domanda per vivere e lavorare nel Regno Unito, i nati in questo periodo spesso devono fare domanda di registrazione per diventare cittadini di Sua Maestà.
La recente sentenza della High Court riguarda i nati da gennaio 1983 ad ottobre 2000. L’Home Office finora ha riconosciuto che costoro sono cittadini brtitannici anche se i genitori non abbiano ottenuto all’epoca nessun documento di residenza. La posizione attuale invece è stata ribaltata, per cui è necessario che almeno uno dei genitori fosse in possesso di tale permesso prima della nascita del figlio.
Anche se la sentenza non è ancora definitiva, qualche giorno fa l’Home Office ha chiarito che chi ha già ottenuto un passaporto britannico sulla base della precedente interpretazione, continuerà ad essere considerato cittadino. Chi invece non ha mai richiesto il passaporto, potrebbe avere una situazione più difficile da chiarire.
Ovviamente, per i nati dopo la Brexit non ci sono dubbi: almeno uno dei genitori deve avere il settled status, o un altro tipo di permesso di soggiorno a tempo indeterminato, affinchè il figlio sia britannico al momento della nascita. Infatti, essendo stata abolita la libera circolazione di persone, non è più possibile acquisire diritti di soggiorno in via automatica.
L’autrice di questo articolo è Gabriella Bettiga director di MGBe Legal. Per contattarla gabriella@mgbelegal.com
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