150mila persone in piazza a Londra: cresce la voce dell'estrema destra
La newsletter di Lunedì 15 Settembre 2025
Se negli USA l’aria è sempre piú tesa dopo l’omicidio di Charlie Kirk, anche da questa parte dell’Atlantico le tensioni crescono.
Sabato scorso quasi 150mila persone hanno occupato il centro di Londra per una manifestazione ispirata all’ideologia nazionalista di estrema destra.
A guidare la folla è Tommy Robinson (vero nome Stephen Yaxley-Lennon), un personaggio noto per posizioni estreme islamofobe e razziste, un uso velenoso dei social media, e molti precedenti penali, ma che i suoi seguaci vedono come un campione della libertà di parola e della lotta al ‘politicamente corretto”.
I partecipanti hanno sfilato al grido di “Unite the Kingdom”, sventolando bandiere inglesi e britanniche, e scandendo slogan nazionalisti e anti-immigrati, da “Stop the boat” a “Send them home”.
Tanta la retorica: Robinson ha presentato la marcia come una difesa della libertà di espressione e della cultura britannica, sostenendo che i migranti godrebbero ormai di più diritti rispetto al "pubblico britannico, le persone che hanno costruito questa nazione".
Dagli USA, Elon Musk è intervenuto in video collegamento buttando benzina sul fuoco. Ha parlato di "immigrazione incontrollata di massa che sta erodendo il paese”, e invocato lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni. “Combattete o morirete” ha concluso, esaltando la folla.
Le 150mila persone scese in piazza hanno mandato un segnale forte. Manifestazioni nazionalistiche sono avvenute spesso in passato, ma a parteciparvi erano pochi esaltati, mentre questa volta la mobilitazione è stata impressionante. La stessa definizione di estrema destra appare insufficiente a spiegare un ideologia così diffusa, per la quale gli immigrati sono la rovina del paese.
Le voci di dissenso non mancano, ma sono fievoli. La contro-manifestazione “Stand Up To Racist”, svoltasi a pochi chilometri di distanza, ha raccolto soltanto 5mila persone: una goccia nel mare.
L’urlo dei nazionalisti, invece, risuona forte e chiaro.
Cartelli, arresti e polemiche
La scorsa settimana, 890 persone sono state arrestate per avere scritto sette parole su un cartello: “I oppose genocide. I Support Palestine Action”.
Il loro crimine è stato quello di scendere in piazza per esprimere sostegno al gruppo britannico-palestinese Palestine Action. Un’organizzazione che il governo UK ha bollato come terroristica, al pari di Hamas o Isis, rendendone reato penale l'appartenenza o il supporto.
Molti considerano i fermi eccessivi: buona parte degli arrestati sono pacifici pensionati (il Times ha parlato di un ‘esercito di nonni’). In una precedente dimostrazione, sempre a supporto di Palestine Action, oltre metà dei 532 fermati erano ultra-sessantenni.
La scelta del governo Starmer di identificare Palestine Action come organizzazione terroristica è contestata da molti: persino il capo dei diritti umani delle ONU, Volker Türk, l’ha definita “sproporzionata e non necessaria”.
Ancora piú discutibile, per molti, portare via in manette chi protesta pacificamente con un cartello. Lo ha espresso con forza Banksy con un nuovo murales apparso (con grande ironia) sui muri della Royal Court of Justice.
La sua opera, raffigurante un giudice che colpisce a martellate un manifestante, è stata rapidamente cancellata, ma per fortuna ci rimane almeno una foto.
Appuntamenti
19 Settembre 2025 - Liberato (Troxy)
28 Settembre 2025 - Damiano David (Roundhouse)
5 Ottobre 2025 - Alfa (Scala London)
17 Ottobre 2025 - Gianluca Petrella “Cosmic Renaissance” - (Ronnie Scott’s)
11 Novembre 2025 - Roberto Bolle and Friends (Sadler Wells)
7 Dicembre 2025 - Marco Mengoni (O2 Forum Kentish Town, London)
17 Aprile 2026 - Nek (Union Chapel)
28-29 Aprile 2026 - Ludovico Einaudi piano solo (Royal Albert Hall)
9 Maggio 2026 - Ligabue (O2 Shepherd’s Bush)
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