L’NHS allerta il governo: “Col No Deal il sistema sanitario potrebbe entrare in sofferenza”

Nel frattempo Downing Street scrive alle farmacie: "Fate scorta di medicinali"

L’NHS allerta il governo: “Col No Deal il sistema sanitario potrebbe entrare in sofferenza”

 

“Fate scorta di medicinali per attenuare il colpo di un possibile no-deal.” Questo il messaggio del governo in una lettera rivolta a farmacie e fornitori di apparecchiature mediche a pochi giorni dalla fine del periodo di transizione, fissata al 31 dicembvre, e con l’eventualità di un mancato accordo con l’Unione Europea sempre più incombente.

Ma la penuria di medicinali non è di certo l’unico risvolto della Brexit sul settore della sanità, già in ginocchio in seguito alla crisi da Coronavirus. A lanciare l’allarme è la British Health Alliance, che chiede che la salute venga messa tra le priorità dei negoziati con l’UE affinché questi “salvaguardino il benessere dei pazienti, il diritto universale all’assistenza medica e la cooperazione internazionale in materia di ricerca.”

Un mancato accordo tra le due parti potrebbe infatti rivelarsi disastroso per il servizio sanitario nazionale. Significherebbe tagli alla ricerca, aumento dei prezzi dei medicinali, ridotto accesso a database, test clinici e strutture internazionali, aumento delle tasse universitarie per studenti europei e, soprattutto, carenza di operatori sanitari – medici e infermieri, ma anche addetti all’assistenza, tecnici e ricercatori.

L’NHS conta più di un milione di impiegati. Di questi, oltre 67.000 sono europei e 6.500 italiani. Ma la Brexit potrebbe rendere più difficile il reclutamento all’estero e spingere molti ad emigrare altrove.

Un medico su 5 pensa infatti di lasciare il paese in uno scenario no-deal e molti lo hanno già fatto. Il paese si prepara alla più dura carenza di personale di sempre in un momento in cui ne avrebbe grande bisogno.

Molti medici europei faticheranno a trasferirsi nel Regno Unito o ne saranno disincentivati a causa del nuovo sistema d’immigrazione a punti. Il visto lavorativo (qui un nostro articolo in merito) prevede un minimo salariale che molti infermieri, assistenti e tecnici potrebbero non soddisfare, oltre al pagamento di una tassa piuttosto salata. Altri ancora potrebbero avere difficoltà ad ottenere la sponsorship, la cui domanda è analizzata dall’ufficio immigrazione, a prescindere dall’offerta di lavoro.

Ad aggiungersi ai problemi di reclutamento, la ricerca in materia di malattie rare e l’accesso a nuovi medicinali (vaccini inclusi) potrebbe subire un drastico rallentamento. E, in mancanza di un accordo, i visitatori europei non residenti nel Regno Unito potrebbero dover pagare per ricevere assistenza medica.

“La salvaguardia della salute dei pazienti non dovrebbe essere compromessa nel tentativo di raggiungere un accordo economico,” denuncia l’NHS in un recente rapporto.

Ma dove l’incertezza non ha già fatto troppi danni, rimangono tuttavia troppi punti in sospeso, soprattutto per quanto riguarda la cooperazione nel settore della ricerca e della sperimentazione, l’importazione di medicinali ed attrezzature e l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita per i visitatori europei.