Cinquantotto anni, nato in Svizzera da genitori siciliani emigrati. Poi a otto anni, il trasferimento a Milano e gli studi in Economia. Nel 2007 la Germania, prima a Berlino, poi a Monaco di Baviera. “Per sfida personale, e amore dell’incontro con nuove culture”. Oggi lavora nel dipartimento finanziario di una grande azienda. Marcello Pilato è un attivista di lunga data del Movimento Cinque Stelle, sin da quando, nel 2009, fondò il meetup nella capitale tedesca. Erano i tempi a ridosso del V-Day, quando il partito – ormai il termine non è più tabù – si presentava in poche regioni e prendeva percentuali irrisorie. Nel 2013 l’esplosione, con lo Tsunami tour di Grillo; Pizzarotti era stato eletto sindaco a Parma l’anno prima, Virginia Raggi avrebbe vinto a Roma nel 2016, Chiara Appendino a Torino nel 2017. Ma è nel 2018 che i pentastellati fanno saltare il banco e vanno al governo. Nella legislatura che si sta per chiudere hanno avuto un presidente del Consiglio e ministeri importanti. Ma anche defezioni di grosso calibro, come quella di Luigi Di Maio. Insomma, il Movimento sta attraversando una fase di assestamento.
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L’attivismo antimafioso in Germania
Pilato ci riprova, forte delle quindicimila preferenze che per un soffio non gli consentirono di entrare in Senato cinque anni fa. Questa volta, però, la candidatura è alla Camera.
“Ho dato il mio contributo come revisore dei conti nei Comites” dice a Londraitalia, “e mi sono sempre interessato ai connazionali. E a un tema profondamente sottovalutato qui in Germania: quello della mafia”. Assieme a un gruppo di amici, celebra la ricorrenza delle stragi di Capaci e via D’Amelio, commemorando i giudici ammazzati e gli agenti della scorta.”Anche perché qui il fenomeno mafioso è ridotto a manifestazione folkloristica”. Per Pilato, la strage di Duisburg non ha cambiato molto. “Sono rimasti ai tempi della Piovra, credono che sia un fenomeno siciliano”. Invece in Germania sono arrivati anche i calabresi, “e tutti si sono infiltrati nell’economia. Qui non esiste il reato di associazione mafiosa, così si viene in Germania per investire il denaro sporco e ripulirlo. Ad esempio, con investimenti immobiliari. Si è cominciato subito dopo la caduta del muro. Soprattutto nell’est del Paese, ci sono interi quartieri che le famiglie mafiose hanno comprato. E poi pizzerie, ristoranti. Sempre vuoti, ma aperti da decenni. Significa che servono a riciclare denaro”.
Perché si candida? “Per rendermi utile e trovare soluzioni per gli italiani all’estero. Se non ci vivi, i problemi non puoi conoscerli. Ci sono poche occasioni di contatto tra parlamentari e connazionali, e anche i Comites, che servirebbero a questo, sono poco conosciuti. Alle ultime elezioni, ha votato il 2% degli aventi diritto, perché, con l’inversione dell’opzione di voto per ricevr ela sheda bisogna registrarsi. Vorrei riformare questo meccanismo”.
Le proposte: voto elettronico, primo approdo e assicurazione sanitaria calmierata
Parlando di proposte, la prima riguarda il voto elettronico. “Oggi non c’è certezza che il voto sia segreto, e poi: chi lo esprime davvero? Le buche delle poste qui in Germania sono esterne, quindi le schede vengono rubate facilmente di notte e vendute a chi è interessato. Quando non sono proprio comprate dalle stesse stamperie, come dimostrato quattro anni fa da Le Iene. Per questo proponiamo il voto digitale: la sicurezza che non ci siano brogli non c’è, ma perlomeno sarebbe molto più difficile di adesso” .
In secondo luogo, “proponiamo l’apertura di nuovi sportelli di primo approdo; in alcune città ci sono già, ma quante persone li frequentano lo sportello? Lo scopo è quello di fornire informazioni utili a chi arriva all’estero e non sa orientarsi. Sui diritti, per esempio. Vogliamo fornire un servizio che non esponga chi arriva a brutte esperienze, per quanto possibile”. Ad esempio? “Tanti vanno a lavorare nei ristoranti, a fare i lavapiatti, i cuochi, ma vengono licenziati appena non servono più, e in quel momento perdono lavoro e abitazione. E trovare un alloggio può essere un problema grosso, senza un buono stipendio”.
Pilato propone, inoltre, di facilitare la conversione dei titoli di studio e delle certificazioni ottenute all’estero per favorire il rientro verso l’Italia, e di potenziare i servizi consolari per l’ottenimento rapido di documenti e SPID (l’identità digitale, che semplifica il dialogo con la pubblica amministrazione, ndr). “Oggi esiste un sito che, però, va migliorato. Per la SPID, in Italia basta recarsi in un ufficio postale, mentre all’estero bisogna rivolgersi a privati che offrono il servizio a pagamento”. Infine, la proposta di un’assicurazione sanitaria volontaria e a prezzo calmierato per chi si trova a tornare in Italia ma non ha diritto alla sanità perché iscritto all’AIRE. “Dovrebbe intervenire lo Stato per renderla abbordabile. La differenza tra la nostra proposta e quelal degli altri partiti è che, in questo caso, si contribuisce al sistema sanitario, seppur in misura minima”.
Sul fronte alleanze, la risposta è la solita del Movimento: “Si faranno sui contenuti. Non ci alleeremo con chi non condivide le nostre battaglie sul reddito di cittadinanza e sul salario minimo, che deve essere anche equo, cioè la base da cui partire: un lavoratore qualificato non può limitarsi a quello. Nel primo governo Conte ci siamo alleati con la Lega, ma poi hanno preteso quota 100 e i decreti sicurezza, e alla fine ci è costata parecchio in termini di consenso”.