Il Regno Unito è ufficialmente in recessione, prima volta dopo la grande crisi del nuovo millennio datata 2008.
La conferma giunge dai dati dell’ONS, l’istituto britannico di statistica, che ha analizzato la crisi subita dal paese a causa della pandemia da coronavirus: l‘economia è crollata del 20,4% tra aprile e giugno in occasione proprio del lockdown imposto per contenere i contagi, durante il quale le persone sono rimaste a casa e le attività commerciali hanno chiuso i battenti.
Il PIL, o GDP a dirla all’inglese, ha subito invece una diminuzione del 2,2% tra gennaio e marzo ritornando poi ad avanzare fino a toccare quota 8,7% al termine del mese di giugno, grazie all’alleggerimento delle misure restrittive.
Non c’è settore del Regno Unito che non abbia subito danni, soprattutto quello dei servizi, colonna portante del paese con Londra cuore nevralgico, che ha subito il colpo più importante, mentre quelli manifatturiero e delle costruzioni dopo un periodo di blocco totale della produzione, registrano ora segnali di ripresa anche se pur lenta.
“Questa è la più grande contrazione su base trimestrale registrata dall’economia britannica nel corso degli ultimi dieci anni – hanno spiegato dall’ONS – . Il GDP ha registrato i valori più bassi dal secondo trimestre del 2003 mentre rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, l’economia del Regno Unito è diminuita del 21,7%“.
In termini assoluti, il dato di maggior valore, sul quale Downing Street deve lavorare per correre ai ripari al più presto, è quello riguardante chi è rimasto senza lavoro: sono circa 730.000 i lavoratori britannici rimossi dai libri paga delle aziende da marzo ad oggi.
L’attuale tasso di disoccupazione si è attestato al 3,9% nel secondo trimestre del 2020, invariato rispetto al periodo precedente di tre mesi , ma fortunatamente al di sotto delle aspettative di mercato del 4,2%. Potrebbe però trattarsi di un semplice fuoco di paglia, in quanto molte persone hanno rinunciato alla ricerca di un posto di lavoro e che, quindi, non sono considerate effettivamente disoccupate.
Questo perché ci troviamo in un periodo cosiddetto di vacanza, ma al rientro a settembre si stima che il numero di persone impegnate nella ricerca del lavoro crescerà rimodulando su piani più realistici i dati riguardanti occupazione disoccupazione in UK.
A questo indirizzo l’analisi completa elaborata dall’ONS sulla stato di salute dell’economia britannica, pubblicata questa mattina.