Fare acquisti in centro piace sempre meno nel Regno Unito. I dati relativi al Boxing Day (il 26 dicembre, tradizionale data di inizio dei saldi) parlano di una flessione media del 3.1% del numero di visitatori giunti nei negozi per approfittare delle svendite.
Le cifre arrivano da Springboard, istituto di ricerca sulle performance del settore retail, e sono citate dal Guardian. I numeri confermano la tendenza negativa in atto per il terzo anno consecutivo. Fanno eccezione Londra e la Scozia, mentre un aumento pronunciato si registra in Galles. La performance leggermente positiva della capitale si spiegherebbe in parte con il turismo, attratto dalla sterlina debole; in tutto il resto del territorio nazionale, però, le visite sarebbero in calo.
Secondo Diane Wehrle, esperta di Springboard sentita dal quotidiano di Manchester, il fenomeno si spiega con la crescita degli acquisti online.“Il commercio in rete cresce meno rispetto agli scorsi anni” – sottolinea, però, Wehrle, che aggiunge come il pubblico si sia abituato ai saldi, al punto da non apprezzare più ribassi del 20% o 30%. Gli unici che i retailer con un negozio in mattoni e relativi costi fissi il più delle volte possono permettersi di praticare.
UN MINISTERO PER LE HIGH STREET – La crisi delle High Street è cosa nota. Di oggi è la notizia che la storica catena HMV (vendita di dischi, film e videogiochi) è finita in amministrazione controllata per la seconda volta in sei anni: a rischio 2200 posti di lavoro, anche se nessuno dei negozi rischierebbe la chiusura. A determinare la crisi sarebbe stato il crollo di vendite dei DVD nel periodo natalizio, il 30% in meno rispetto allo scorso anno.
Ma sono state numerose nel 2018 le aziende retail costrette al fallimento o alla chiusura di molti negozi. Il primo caso dell’anno è stato quello di Toy’s R Us, il colosso americano specializzato nella vendita di giocattoli, che ha cessato del tutto l’attività chiudendo i suoi 100 negozi del Regno Unito. A Giugno è toccato a Maplin, rivenditore specializzato in elettronica. Il marchio è stato rilevato dall’imprenditore e tycoon Peter Jones e presto potrebbe tornare operativo: naturalmente, solo online. Sempre quest’anno è scomparsa la catena low-cost Poundworld (355 negozi) mentre marchi storici come Debenhams, House of Fraser e Homebase hanno vissuto un annus horribilis culminato nella chiusura di decine di punti vendita.
Il Governo è sensibile al tema al punto di prevedere una delega speciale per le High Street, detenuta da Jake Berry. Il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond ha, inoltre, annunciato nelle scorse settimane un fondo ad hoc da 675 milioni di sterline.
Resta il dibattito su come spendere il denaro. Il problema, del resto, non è solo economico. Le High Street e i loro negozi sono luoghi di vendita ma anche centri nevralgici della vita urbana, e riqualificarle guardando alle nuove tendenze dei consumi significa evitare di creare distretti-fantasma disadorni e male illuminati. Un lusso, questo si, che nessuno può permettersi. Food e i servizi alla persona paiono i settori in crescita, assieme a tutto il comparto della experience economy. Sarà interessante vedere come uno dei paesi più innovativi del mondo saprà trovare un antidoto alla modernità.