
Il governo UK fa un passo avanti per sconfiggere il Gender Pay Gap, l’effetto che vede le donne percepire stipendi mediamente più bassi rispetto ai colleghi uomini.
Grazie a una nuova legge che sarà approvata nei prossimi mesi, le aziende britanniche con più di 250 dipendenti dovranno rendere pubblica la differenza di salario medio tra dipendenti maschi e femmine. A lungo richiesta dai Labour e dai Liberal Democrats (e osteggiata dai Tory) la norma è stata approvata dal Parlamento britannico, e diventerà legge entro i prossimi 12 mesi.
Il governo Conservatore ha cercato di evitare che la misura venisse approvata, sostenendo che il gender pay gap è al minimo di sempre. Il gap si è effettivamente ridotto ma rimane ancora alto: secondo gli ultimi dati dell’ONS (Office for National Statistics), in UK gli uomini guadagnano in media il 9.4% in più delle donne. Nel 1997, la differenza era del 17.4% (il gender pay gap si definisce come la differenza di salario medio tra uomini e donne espressa in percentuale rispetto al salario maschile).
Recentemente sollevato anche alla notte degli Oscar dall’attrice Patricia Arquette (che nel suo discorso di accettazione della statuetta ha urlato a gran voce “it’s time for wage equality”), il problema esiste in tutto il mondo e appare di difficile e lenta risoluzione. L’International Labour Organization ha calcolato che al tasso attuale ci vorranno ben 71 anni prima che si raggiunga l’eguaglianza di salario tra i sessi.
La Gran Bretagna è comunque un paese dove lo donne godono di un trattamento migliore della media europea. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, in Europa il gender pay gap è oggi del 16.4%. Il paese con minore discriminazione è la Slovenia (3.2%), mentre tra i paesi dove il gap è maggiore si trovano Austria (23%), Germania (21.6%), Repubblica Ceca (22.1%) e Estonia (29.9%). In Italia il gap è pari al 7.3%.
Va detto che il pay gap ha origini complesse, potendo essere causato da un insieme di fattori. Non è facile determinare quanta parte della differenza di salario tra uomini e donne è dovuta alla discriminazione esplicita tra i sessi da parte dei datori di lavoro e quanto ad altri fattori oggettivi quali ad esempio le differenze nelle scelte scolastiche/universitarie o la diversa scelta delle carriere. In ogni caso, una buona misurazione è sempre il primo passo per comprendere un problema e cercare di risolverlo, e quindi ben venga la legge UK che costringe le grandi aziende a rendere noto il loro gap.
“È una notizia fantastica per le donne” – ha commentato il ministro ombra delle pari opportunità dei Labour, Gloria De Piero, di origini italiane – “ma perché hanno aspettato così tanto? La realtà è che il governo si è deciso ad agire solo quando si è reso conto che sarebbe stato battuto dai Labour nella Camera dei Lords su questo argomento”.
Francesco Ragni
Londra, 8/3/2015