Londra rende omaggio a Giovanni Falcone

L'incontro all'Istituto Italiano di Cultura, organizzato dalla Fondazione Giovanni e Maria Falcone

Londra rende omaggio a Giovanni Falcone

Nel quartier generale dell’FBI a Washington DC ci sono due monumenti. Uno è dedicato a Thomas Jefferson, padre fondatore della nazione americana, l’altro a Giovanni Falcone.

È solo uno dei tanti fatti che Maria Falcone, la sorella di Giovanni, ha raccontato lo scorso 8 ottobre al pubblico accorso all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, strapieno per l’occasione, in una serata speciale dedicata alla memoria del giudice palermitano. Un evento ideato e organizzato dalla giornalista Emilia Ippolito.

Con l’eleganza e la simpatia di una vera signora siciliana, Maria Falcone ha aperto il suo libro dei ricordi, parlando a braccio. C’è il Falcone giovane magistrato, al quale un collega appena arrivato da Trapani chiede “Ma tu ci credi davvero che esiste la mafia?”. Sembra impensabile oggi ma erano i primi anni ’80, la parola mafia era bandita dal vocabolario, e a molti faceva comodo negarne l’esistenza. E c’è il Falcone degli ultimi anni, nel momento clou della guerra tra Stato e Mafia. “Bisogna fare presto” le disse una volta ”perché è in gioco la democrazia nel nostro paese”.

Nelle parole di Maria Falcone si susseguono episodi, aneddoti, considerazioni. Ma soprattutto traspare un concetto di fondo, quello che ha sempre ispirato il lavoro di Giovanni Falcone: il rispetto delle istituzioni e della legalità. Un messaggio che Maria Falcone porta da anni in giro per l’Italia, in particolare nelle scuole, con la fondazione intitolata a Giovanni e Francesca Falcone.

Sullo schermo dell’Istituto scorrono immagini di repertorio e fa un certo effetto rivedere la sequenza impressionante delle stragi palermitane di quegli anni, fino al culmine del 1992, con quelle di Capaci e di Via d’Amelio. “Ciascuno di noi ricorda bene dove si trovava quando arrivò la notizia dell’attentato a Falcone” dice l’Ambasciatore Terracciano, e sono in tanti ad annuire con la testa.

A dare un senso storico e una prospettiva internazionale alla figura di Giovanni Falcone ci pensa John Dickie, professore di Italian Studies all’University College of London, giornalista e autore esperto di mafia. “Falcone ha fatto la storia in due modi fondamentali, molto concreti” spiega Dickie, parlando in un ottimo italiano. “Il primo è stato il maxi-processo, nel quale è riuscito a dimostrare, per la prima volta, l’esistenza della mafia siciliana, un fatto che prima di allora era controverso. Il secondo è quando, lasciato Palermo per lo smantellamento del pool antimafia, ne ha diffuso il metodo in tutta Italia, disegnando la struttura della DIA”.

“È un personaggio che noi inglesi dovremmo conoscere molto meglio” ammette Dickie, che rivela di tenere nel suo studio, accanto alla foto dei suo figli, la prima pagina di Repubblica sull’assassinio di Falcone.

Colpisce vedere tra il pubblico tanti ragazzi e persone di tutte le età, sia italiani che inglesi, uniti nel portare il loro tributo a Falcone, curiosi di conoscerlo meglio. L’ammirazione per la sua figura trascende età e nazionalità. E ci piace pensare che a Washington DC tutti i nuovi agenti federali statunitensi, passando davanti alla sua statua si chiedano cosa abbia mai fatto un magistrato italiano per avere questo onore.

Londra, 25/10/2015

Francesco Ragni

foto: Maria Falcone riceve l’omaggio a Giovanni Falcone da parte dell’FBI (fonte: wikipedia)