London Jazz Festival 2016, i concerti da non perdere

Da venerdi 11 a domenica 20 novembre, oltre 300 concerti di jazz in piú di 50 teatri e locali di Londra.

London Jazz Festival 2016, i concerti da non perdere

 

L’attesa, per gli appassionati di jazz londinese, è finita. Da stasera e per i prossimi 10 giorni va in scena il London Jazz Festival, uno delle piú importanti rassegne musicali interamente dedicata alla musica afro-americana.

Arrivato quest’anno alla sua 24-ma edizione, il festival londinese è una manifestazione colossale che vede esibirsi oltre 2,000 artisti, in 300 eventi in piú di 50 teatri e locali sparsi per tutta la capitale. In programma concerti di artisti affermati e di musicisti emergenti, provenienti da ogni parte del globo, ma anche conferenze, proiezioni cinematografiche, lezioni e altro, tutto nel nome del jazz.

Molte le chicche del London Jazz Festival di quest’anno: dal ritorno del gruppo francese St.Germain alla premiere Uk del nuovo lavoro di Jason Maron, per arrivare al double-bill che vede insieme Ambrose Akinmusire e il tunisino Dhafer Youssef.  Ecco, secondo il nostro personalissimo giudizio, gli eventi che vi consigliamo di non perdere.

SFJAZZ Collective play Michael Jackson (Cadogan Hall, lunedi 14 novembre). Un ottetto all-star con alcuni dei migliori jazzisti statunitensi (da Miguel Zenon a Robin Eubanks) impegnati a rivisitare il repertorio del king of pop, Michael Jackson.

Charlie Haden’s Liberation Music Orchestra directed by Carla Bley (Cadogan Hall, 20 novembre). Una rara occasione per ascoltare i superbi arrangiamenti di Carla Bley suonati dall’orchestra storica di Charlie Haden, a due anni dalla sua scomparsa.

Christian Scott (Scala, 16 Novembre). Definito da jazzstandardil Miles Davis di oggi, ma con un maggior numero di anelli d’oro e Instagram followers”, Scott è un musicista capace di inventare un suo stile unico, basato sull’utilizzo di sonorità contemporanee come beat e hip hop e un’estetica da ventunesimo secolo.

Kurt Elling (Ronnie Scott’s, 11-12 novembre). C’è una ragione se Elling è considerato il piú importante cantante jazz maschile al mondo: la sua è una voce straordinaria (quattro ottave), unita ad una musicalità e una sensibilità artistica senza pari.  Il suo repertorio spazia dal bebop alle canzoni pop di autori come Stevie Wonder e Burt Bacharach, che con la sua voce diventano autentici standard.

Donny McCaslin (Rich Mix, 15 novembre). Di lui si è parlato molto per il suo ruolo nella realizzazione dell’ultimo disco di David Bowie Blackstar, ma McCaslin ormai da tempo è considerato uno dei sassofonisti piú interessanti della scena jazzistica contemporanea, per inventiva e musicalità.  Lo scorso anno lo abbiamo ascoltato come solista dell’orchesta di Maria Schneider, forse il concerto piú bello dell’edizione 2015. Quest’anno torna alla guida di un suo gruppo elettrico che promette di stupire.

Robert Glasper Experiment (Koko, 14-15 novembre). Il locale di Camden ospita normalmente concerti pop-rock, ma proprio per questo è il luogo ideale per la musica elettrica di Robert Glasper. Il suo Experiment mescola jazz, hip-hop, rock, DJ senza alcun timore reverenziale, ma non aspettatevi musica confusa: la formula è ben rodata, Glasper è un pianista finissimo, e il risultato è sempre affascinante.

 

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Enrico Rava con Giovanni Guidi e Matthew Herbert

 

Il jazz italiano è presente anche quest’anno, seppure in misura ridotta rispetto alle passate edizioni. Il concerto piú atteso è quello di Enrico Rava, di scena giovedi 17 novembre al King’s Place, un teatro intimo dall’acustica eccezionale. Il celebre trombettista si esibisce alla guida di un nuovo trio elettrico-acustico che comprende Giovanni Guidi al piano e Matthew Herbert all’elettronica, in una serata introdotta da una performance del gruppo di Filomena Campus. La vocalist sarda sarà di scena anche martedi 15 al Pizza Express di Soho, con il suo quartetto e con Gavino Murgia, in un concerto ispirato all’opera della Commedia dell’Arte, e di autori come Shakespeare, Dario Fo e Franca Rame, con riferimenti ai maestri brasiliani e alla cultura sarda.

Sempre al Pizza Express, sabato 19, si esibisce la cantante Chiara Pancaldi, accompagnata al piano dal vulcanico Cyrus Chestnut, con il quale ha recentemente inciso un disco.  Mercoledi 16, al Ray’s Jazz at Foyles suonerà la pianista Maria Chiara Argirò con il suo quartetto londinese mentre la cantante Irene Serra, con il suo gruppo -isq è di scena al Southbank nel giorno di apertura del festival.  In programma anche un concerto del pianista genovese Andrea Pozza che si esibirà all’ora di pranzo all’Elgin, un gastropub di Notting Hill, domenica 20 novembre.


Ci fermiamo qui, impossibile elencare tutti gli eventi che lo meriterebbero. Il programma completo e le informazioni dell’ultimo minuto si trovano sul sito ufficiale del festival e sull’account twitter @londonjazzfest. Alcuni dei concerti piú attesi sono già sold-out, ma c’è sempre la possibilità di trovare un ingresso last-minute, mentre sono tanti gli eventi per i quali sono ancora disponibili i biglietti, o ad ingresso gratuito, come le jam session nelle strade di Ilford o di Woolwich. E persino chi si trova lontano da Londra potrà partecipare: il Ronnie Scott’s infatti trasmetterà in streaming live tutti i concerti della settimana. Buon jazz a tutti.

Francesco Ragni

Londra 11 novembre 2016

Articolo modificato il 12/11/16 per aggiungere informazioni sulla diretta live del Ronnie Scott’s e sul concerto di Filomena Campus e Gavino Murgia.