248 film, 17 location, 12 giorni. Anche quest’anno al British Film Institute, l’ente che organizza il London Film Festival, hanno fatto le cose in grande, offrendo ai cinefili in giro per Londra undici giornate ricchissime di cinema.
La rassegna, giunta quest’anno alla 58-ma edizione, ha offerto come tradizione un programma molto variegato, nel quale blockbuster hollywoodiani convivono pragmaticamente con film d’autore, dark comedies, documentari e molto altro.
Un forte elemento conduttore della rassegna di quest’anno e’ stato quello dei biopic, storie vere di gente speciale. A metà tra fiction e documento storico, e’ un genere rischioso da affrontare per chi fa cinema. Eppure, se realizzata nel modo giusto, la biografia ha la capacita’ di affascinare lo spettatore. I film visti al London Film Festival ne sono un ottimo esempio.
Alan Turing, per cominciare. Con The Imitation Game, uno dei titoli più attesi quest’anno, si e1 visto un ottimo Benedict Cumberbatch calarsi nei panni del matematico e crittoanalista britannico che durante la Seconda Guerra Mondiale riuscì a decifrare i messaggi in codice usati dai nazisti, contribuendo così a salvare migliaia di vite. Il film è la trasposizione di Alan Turing: The Enigma, libro scritto da Andrew Hodges e comparso già nel 2011 a Hollywood nell’elenco delle “10 migliori sceneggiature ancora da produrre”. Per Cumberbatch, già popolarissimo, potrebbe essere il film della consacrazione. Sul red carpet, nell’opening gala del Festival, qualcuno tra il pubblico ha esibito un cartellone con su scritto: “Benedict for an Oscar”.
Cheryl Strayed è invece la protagonista di Wild, il racconto dell’impresa che portò la scrittrice statunitense ad intraprendere un lungo e solitario viaggio di 1000 miglia lungo la Pacific Crest Trail, nell’entroterra americano, per ritrovare se stessa dopo la morte della madre e la traumatica fine del matrimonio. Su sceneggiatura di Nick Hornby, il film ha brillato a Londra per l’interpretazione di Reese Witherspoon nei panni della Strayed. Anche qui, odore di Oscar.
Londra quest’anno ha riscoperto uno dei suoi grandi artisti, forse il pittore inglese più importante: William Turner, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Insuperabile paesaggista e maestro nell’uso della luce, l’abbiamo visto in Mr. Turner interpretato da Timothy Spall, che quest’anno a Cannes si è aggiudicato il premio come miglior attore. Il film ripercorre gli ultimi 25 anni di vita dell’artista, concentrandosi sul periodo in cui la sua pittura passò da temi figurativi, più rappresentativi, a scenari eterei e quasi impressionisti. Ritratto di un uomo dal carattere duro, eppure capace sulla tela di una poesia unica.
Nel completare questa selezione ideale, facciamo tappa anche in Italia per citare le biografie di due grandi artisti e intellettuali che hanno dato lustro, in epoche diverse, al Bel Paese.
Pasolini è l’ultimo lavoro del regista Abel Ferrara, dedicato a Pier Paolo Pasolini. Lo scrittore e regista, tragicamente assassinato a Roma nel 1975, è ritratto da Ferrara negli ultimi giorni di vita, ancora intento a lavorare alla sceneggiatura del film incompiuto “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. L’attore Willem Dafoe ha dato forma ad un Pasolini inquieto, dall’animo profondamente diviso, aderendo però al tentativo di Ferrara di evitare il più possibile nel film ogni giudizio o accusa a proposito dell’omicidio, questione viva e dibattuta ancora oggi.
Infine Leopardi. Il giovane favoloso, produzione in costume tutta italiana con Elio Germano nel ruolo di Giacomo Leopardi. Il poeta dell’Infinito è raccontato con scrupolo dal regista Mario Martone, che cerca di restituire agli occhi dello spettatore un Leopardi sofferente, pessimista, e però dallo spirito così ricco, nella cornice turbolenta della cultura italiana del tardo Ottocento. «Il mio Leopardi ribelle e inquieto», spiegava Martone già a Venezia, che poi azzarda: «il Kurt Cobain della sua epoca».
Cinque personaggi molto diversi tra loro, Turing, Strayed, Turner, Pasolini, Leopardi, ma accomunati dall’avere vissuto una vita che era già un film. Cinque grandi intepreti e cinque registi che hanno saputo affrontare la sfida di raccontare la loro storia sul grande schermo.
Londra, 24/10/2014
Redazione