“Siamo tutti combattenti, anche chi dall’Italia viene a Londra per lavorare”

Intervista a Fiorella Mannoia in vista del suo concerto il 24 novembre alla Union Chapel, ultima tappa europea del "Combattente Tour"

“Siamo tutti combattenti, anche chi dall’Italia viene a Londra per lavorare”

 

Con la sua voce profonda ed inconfondibile, una spiccata sensibilità artistica e un sentito impegno sociale e politico, a 63 anni Fiorella Mannoia è tra le interpreti più amate del pubblico italiano, ed è più attiva che mai. Ne è prova l’anno, il 2017, particolarmente pieno ed eccitante per la cantante romana: al successo del singolo “Che sia benedetta”, che le è valso il secondo posto al Festival di Sanremo, la cantante romana ha affiancato anche il ruolo di attrice (è protagonista in “7 minuti” di Michele Placido) e di conduttrice televisiva, dove ha debuttato a settembre con il suo show “Un, due, tre… Fiorella!”.

Noi di Londra, Italia la raggiungiamo telefonicamente in vista del suo concerto all’Union Chapel di Londra il prossimo 24 novembre. Londra è la quarta ed ultima tappa di un tour europeo che toccherà, nei giorni precedenti, anche Lussemburgo, Parigi e Bruxelles. Il filo conduttore sarà il combattere “con più speranza che paura”, come annunciato dalla stessa Mannoia  nel lanciare il tour.

Interprete, cantautrice e ora anche attrice e conduttrice più un tour lunghissimo che si concluderà nel 2018, arrivando a quota 100 concerti. Ma da grande cosa vuole fare?
Ah, non lo so, c’è sempre tempo ancora, ho tutta la vita davanti! (ride).

Fiorella Mannoia durante uno dei suoi ultimi concerti (foto Luca Brunetti)

Questo è stato un anno particolarmente pieno per lei, ha ricoperto altri ruoli, oltre a quello di cantautrice. Sono esperienze che ripeterà in futuro?
Se me lo proponessero lo prenderei sicuramente in considerazione. Recitare mi aveva messo tanta ansia, ma poi ho capito che recitare è un po’ come cantare una canzone, è interpretare, entrare nei panni dell’altro. Quello della conduttrice invece è stata un po’ una scommessa, non lo avevo mai fatto prima e invece una volta rotto il ghiaccio sono riuscita a trovarmi a mio agio e a rimanere me stessa.

L’ultimo suo concerto nella capitale inglese è del 2015. Che ricordo ne ha e che rapporto ha con gli italiani di Londra?
Quella di Londra è una realtà che assolutamente non conoscevo, quello del 2015 a Shepherd’s Bush era il mio primo concerto nella capitale inglese e naturalmente il pubblico era prevalentemente italiano, più qualche amico inglese. Mi sbalordì il numero di italiani che vive a Londra, davvero considerevole. La cosa più bella è stata avvertire, da migrante, il senso di appartenenza che c’è fuori dal tuo paese. A Londra ho sentito davvero aria e sapore di casa, l’ho letto negli occhi del pubblico.

Qual è il suo rapporto con la capitale? C’è qualche posto a Londra al quale è particolarmente legata?
Come detto prima, è una realtà che conosco poco, e solo in veste di turista. Di sicuro Covent Garden è uno dei posti che riesco ad apprezzare ogni volta che ho l’occasione di ritornare nella capitale inglese.

Ma arriviamo ora a “Combattente”, il brano che dà il titolo al suo album e al relativo tour. Lei è una combattente? Si vede così?
Certo non voglio attribuirmi la medaglia come unica combattente al mondo, perché in realtà siamo tutti combattenti. Ogni giorno combattiamo per un’ideale, per la salute, per riconquistare l’amore. La vita è tutto un combattimento: un cadere, un rialzarsi e ricominciare. Combattono i nostri connazionali che vanno a Londra per guadagnarsi un posto di lavoro, per esempio.

Lo spirito con cui intima a combattere è “con più speranza che paura”, slogan anche del suo tour. Non possiamo fare a meno di notare come tre tappe del tour (Bruxelles, Parigi, Londra) siano stati luoghi di attentati nell’ultimo anno. (A Parigi Fiorella si esibirà al teatro Bataclan, luogo del tragico attentato del novembre 2015, ndr). Una scelta non casuale, ce ne vuole parlare?
Quando mi hanno proposto le tappe del tour ho accettato subito con entusiasmo, perché penso che oggi più che mai sia giusto e doveroso trasmettere uno spirito di ottimismo e speranza. Dobbiamo “non aver paura di avere paura”. La paura c’è ed è umana, ma la risposta migliore contro chi oggi tenta di abbatterci ed intimorirci sta nel reagire e riportare proprio nei luoghi dove sono avvenute tragedie la speranza, il sorriso e la voglia di vivere. Credo che questa sia l’unica risposta che possiamo dare, e che voglio trasmettere al mio pubblico in Europa.

Un diverso tipo di “battaglia” è quella che stanno vivendo gli inglesi e gli europei nel Regno Unito ora, con la Brexit: qual è un suo pensiero in merito?
Quando mi fanno questa domanda, se con la Brexit abbiano fatto bene o male, non so mai bene cosa rispondere. Da un lato penso che questa Unione Europea sia stata una grande truffa e che il sogno europeo che sognavamo non si è avverato. Ma dall’altra non saprei se uscire dall’Unione Europea sia la giusta soluzione. Di certo gli inglesi hanno dimostrato un grande coraggio con la Brexit. Ci vuole coraggio, in questo momento, a dire no all’Europa.

I biglietti per il concerto di Fiorella Mannoia alla Union Chapel di Londra del 24 novembre, al costo unico di £39.20, sono acquistabili online a questo indirizzo.