Essere al cinema in Italia e sentirsi all’opera al Covent Garden di Londra

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Il 26 novembre 2014 la Royal Opera House ha trasmesso in diretta da Londra L’elisir d’amore di Donizetti in decine di sale cinematografiche sparse per il mondo. Quella dell'”opera al cinema” è una formula che si sta consolidando: permette ad un pubblico internazionale di assistere ad uno spettacolo di pregio, e in alta definizione. Al tempo stesso, consente ai teatri di farsi conoscere, aprendosi ad un enorme bacino di spettatori che diversamente non potrebbero raggiungere la sala, e ciò a beneficio di immagine (e incassi). È un’idea che funziona? Proviamo.

Cesena è città ben piccola, a confronto con la City: 90 mila abitanti contro 9 milioni, il rapporto fa 1 a 100. E ci sono 1231 km di distanza in linea d’aria, abbastanza per rendermi la Royal Opera House di quel mercoledì una meta assai poco probabile. Eppure, biglietto in mano, proprio quella sera la signora del piccolo multisala mi ha indicato la sala 4, poltrona R 19, e con il suo «Buon divertimento!» mi ha sistemato al centro di una platea inglese improvvisamente meno impossibile, di fronte ad un palco di cantanti, un’orchestra, un direttore meno lontani, quasi veri. Ed ecco, si può dire, a Covent Garden c’ero anch’io.

Una cinquantina di spettatori non bastano a riempire la sala di un cinema, però già la riscaldano. Per L’elisir d’amore, il pubblico cesenate è arrivato in sala puntuale. Molte coppie di mezza età, ma anche diversi giovani, alcuni studenti al Conservatorio; e poi anziani signori, ben vestiti come si fa per andare davvero a teatro. C’è anche una famiglia al completo, due bambini dallo sguardo incuriosito e un po’ confuso.

 

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Alle 20.15 si comincia: una speaker inglese ci dà il benvenuto (sottotitolato), e racconta di questo Elisir. Noi italiani siamo speciali stasera, perché oltre al bergamasco Gaetano Donizetti, che scrisse la musica dell’opera nel 1832 su libretto di Felice Romani, il cast della produzione annovera il tenore Vittorio Grigolo nel ruolo di Nemorino e il direttore Daniele Rustioni sul podio dell’Orchestra. L’allestimento inoltre, risalente al 2006 e diretto da Laurent Pelly, ritrae la storia di Nemorino e della bella Adina in un’Italia rurale anni Cinquanta, in piena trebbiatura, con le stese del grano mietuto e la paglia ammucchiata a forma di bionda piramide, palcoscenico per i cantanti. Compaiono Vespe e motorini retrò, fanciulle in grembiale, un insegna che recita “Bar Trattoria Dell’incrocio“: siamo volati a Londra, stasera, ma per un gioco di coincidenze ci sentiamo lo stesso a casa.

Sviluppata su due atti, la trama dell’Elisir d’amore è semplice e vivace. Nemorino è innamorato di Adina, farebbe di tutto per avere il suo cuore, ma lei è disinvolta, libertina, la fedeltà non fa per lei. Ispirato dalla storia di Tristano, in cui un prodigioso elisir permette al giovane di conquistare l’amore della regina Isotta, Nemorino si lascia ingannare da un furbo vendifumo, che gli spaccia per afrodisiaco una bottiglia di vino rosso. A metà tra la sbornia e i crucci d’amore, sarà proprio questa ingenuità di Nemorino a colpire infine Adina, e farla cadere innamorata tra le sue braccia.

 

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La platea cesenate assiste attenta, catturata dalle nitide immagini in HD. Le telecamere sono più d’una, e così il nostro punto di vista passa con naturalezza dai primi piani alle lunghe distanze, inaccessibili al pubblico inglese della Hall. Chi come me non è pratico di Donizetti, poi, approfitta volentieri dei sottotitoli italiani: anche se il libretto è nella nostra lingua, il canto lirico complica sempre un po’ le parole, e così poterle tenere sottocchio aiuta a non perdere il filo. Durante l’intervallo gli spettatori da tutto il mondo possono twittare in diretta le loro impressioni: una sorta di social Lirica, per così dire.

Quanto alla musica, sia chiaro: l’orchestra ascoltata dal vero è un’altra cosa. Qui i volumi a volte eccedono (durante gli applausi, per esempio) e il mix in multicanale cerca un po’ goffamente di restituire la spazialità, con risultati che non sempre convincono. Però ci accontentiamo, e uscendo di sala ho l’impressione che il pubblico del cinema non rimpianga i 12 euro spesi per il biglietto. Più di un film in prima visione, è vero, ma molto meno di una poltrona alla Royal. Con, in aggiunta, punti di vista privilegiati, contenuti extra, interviste ai cantanti e al direttore durante l’intervallo. Ma sì, a Covent Garden l’altra sera c’ero anch’io. O quasi.

Michele Bartoletti Stella, 3 dicembre 2014.

 

Link:

– The Royal Opera – L’elisir d’amore | 18 Nov – 13 Dic 2014

– Royal Opera House Live Cinema Season 2014/15

Le prossime dirette:

– Alice’s Adventures in Wonderland, 16 dicembre 2014

– Andrea Chénier, 29 gennaio 2015

– Der fliegende Holländer, 24 febbraio 2015

– Swan Lake17 Marzo 2015

– Rise and Fall of the City of Mahagonny, 1 Aprile 2015

– La Fille mal gardèe, 5 Maggio 2015

– La bohème, 10 Giugno 2015

– Guillaume Tell, 5 Luglio 2015