Ennio Morricone a Londra: un concerto trionfale

Ennio Morricone a Londra: un concerto trionfale

 

Se fosse per il pubblico, il concerto di Ennio Morricone all’o2 Arena di Londra non finirebbe mai.  Ci vorranno tre bis e un chiaro segnale del maestro, che lascia il palco con le partiture sotto al braccio, per fare capire al pubblico che è arrivato davvero il momento di tornare a casa, dopo oltre due ore di musica.

E’ stato un concerto trionfale. Nonostante l’età avanzata (86 anni) e i problemi alla schiena che lo avevano costretto a cancellare le date del tour lo scorso anno, Morricone ha condotto l’orchestra e il coro (quasi 200 elementi) alla perfezione.

La location, più adatta a un mega-concerto rock che a una performance di musica sinfonica, offre una cornice inusuale ma a suo modo suggestiva. L’orchestra e il coro sono amplificati, per permettere al suono di raggiungere il pubblico più lontano dal palco. Ai lati dell’orchestra, due schermi mostrano immagini ravvicinate di Morricone e dei musicisti sul palco.

Sin dal titolo del concerto (“My Life In Music“) Morricone aveva promesso al suo pubblico un concentrato con il meglio del suo sterminato repertorio di musiche da film.  L’ordine delle musiche scelto dal maestro non è cronologico, ma tematico, con i brani raggruppati in piccole suite attorno a un filone cinematografico o a un’area geografica, ed è una scelta indovinata.

La prima suite ci porta nell’America del primo Novecento. Inizia con The Untouchables, prosegue con gli struggenti “Deborah’s Theme” e “Poverty” da Once Upon a Time in America, per concludersi con le musiche di La Leggenda del Pianista sull’Oceano.  Il tema del film di Tornatore viene presentato dall’arpa, poi ripreso dal violino, con i fiati sullo sfondo. Un accenno di boogie suonato da uno stride piano e un eco di dixieland che proviene dai fiati fanno capire che l’America si avvicina. E quando finalmente arriva il tema, maestoso, meravigliosamente melodico, sembra quasi di vedere l’SS Virginian, la nave-casa di Novecento, entrare nel porto di New York con il suo carico di speranza e di emozione.  Morricone riceve la prima ovazione della serata, ringrazia con un leggero inchino, e si appoggia a uno sgabello, sul quale resterà seduto per tutto il concerto.

Il secondo medley ci porta nell’Italia degli anni ’60 e ’70. Inizia con le musiche di H2S (un oscuro film di fantascienza del 1969), continua con Il Clan dei Siciliani (con l’inconfondibile riff suonato dalla chitarra elettrica), Metti una Sera a Cena, e Maddalena. Ascoltata oggi, è una musica che appare inevitabilmente  datata, con il suo uso insistente di sonorità elettriche, ritmi e dissonanze tipiche dell’epoca, spesso a scapito della melodia. Si tratta però di una musica molto rappresentativa dell’epoca, ed è un tassello importante della sterminata produzione morriconiana.

Per il finale del primo tempo il soprano Susanna Rigucci prende posto accanto a Morricone, e si torna in America, stavolta nel West di Sergio Leone: Il Buono, Il Brutto e il Cattivo; C’era una volta il West; Giu’ la Testa. Sono le musiche più note del maestro, non importa quante volte si sono ascoltate, l’effetto è sempre lo stesso, ed è soprattutto il tema di C’era Una Volta Il West a inondare di emozione l’arena.

Il secondo tempo inizia con Chi Mai, un brano molto noto in UK per essere stato usato come sigla di un drama della BBC. Poi Morricone ci porta in Sicilia con le musiche di Cinema Paradiso e di Malena. Il Tema d’amore di Cinema Paradiso, forse la melodia più nota di Morricone (anche se l’autore è il figlio Andrea), è esposto prima dal clarinetto, poi dai fiati, poi ancora dai violini, mentre la musica cresce di intensità sostenuta dal pianoforte, per poi finire con un breve solo di violino. Pochi minuti indimenticabili.

Una parte importante della carriera di Morricone è legata al cinema dell’impegno politico e sociale, quello di registi come Gillo Pontecorvo, Elio Petri e Roberto Faenza. Si ascoltano in sequenza le splendide musiche di La Battaglia di Algeri; Indagine su un Cittadino al di sopra di ogni sospetto; Sostiene Pereira; Quemada.  Il tema di La Classe Operaia Va In Paradiso è una straordinaria sarabanda musicale che in pochi minuti include rumori di fabbrica, suoni di banda, violini struggenti, una chitarra elettrica quasi hendrixiana. I toni diventano più solenni con le musiche di Casualties of War, un film di Brian De Palma ambientato nel Vietnam. E’ un tema relativamente poco noto ma di una bellezza profonda, ricco di significato, un requiem per le vittime della guerra, di tutte le guerre. L’orchestra suona pianissimo. Il coro dona maestosità alla musica. È il momento più bello del concerto.

Il gran finale arriva con le musiche di The Mission, forse la partitura più amata dal maestro, che soffrì molto nel 1987 quando per l’Oscar gli fu preferito il jazzista Herbie Hancock.  Il “Gabriel’s theme”, suonato dall’oboe, dura poco più di due minuti ma ha la capacità di mandare il pubblico in trance, e quando il coro intona “On Earth As It Is In Heaven”, con i fiati e le percussioni sullo sfondo, sembra davvero che su questo angolo di Londra sia sceso il paradiso.

Tutto in piedi, il pubblico supplica Morricone di suonare ancora. Il Maestro rimane il tempo necessario per dirigere un altro lavoro “americano”, la ballata di Sacco e Vanzetti, e per ripetere C’era Una Volta il West e The Mission, poi fa segno che è davvero ora di andare.

A noi rimane il ricordo di un concerto straordinario. Grazie Maestro.

Francesco Ragni

Londra, 5 febbraio 2015

Il tour “My Life in Music” di Ennio Morricone continua nei prossimi mesi in Europa e in Italia (leggi qui l’elenco delle date) e si concluderà all’Arena di Verona il 12 settembre 2015.