Saper cambiare è importante: tutto diventa più facile, le occasioni si moltiplicano e si finisce per contagiare gli altri. Lo sa bene Lorena Loriato, chef specializzata in alimentazione crudista, arrivata a Londra nel 2012 con un passato da organizzatrice di eventi musicali ma anche con il desiderio di scoprire altre strade. E un bagaglio di sogni, ambizioni, domande che una dopo l’altra trovano risposta; oggi come allora, decisa a mettersi in gioco
Lorena, parlaci di te. Il tuo viaggio parte da Treviso… «Sì, la città dove sono nata. Dopo gli studi, lì ho cominciato a muovermi nel mondo della musica e dello spettacolo, organizzando concerti e occupandomi della promozione per i club della zona. Ho fatto esperienza, e in oltre cinque anni di attività sono riuscita a ritagliarmi una posizione».
Poi, però, qualcosa è cambiato. «Diciamo che ho avvertito un’insoddisfazione crescente nelle cose che facevo. L’ambiente dello spettacolo può essere molto stressante… Ero giunta a non sopportare un concerto per più di un quarto d’ora dall’inizio; così mi sono messa in ascolto di me stessa, e ho intuito il bisogno di dirigermi altrove». Qui, a Londra. «Già. Ho una laurea come interprete, che mi ha aiutato parecchio. Per gli italiani che arrivano in Inghilterra, la lingua è lo scoglio principale: hanno ottime competenze, ma parlando poco l’inglese sono svantaggiati rispetto, che so, ai norvegesi o ai danesi. Li costringe, almeno all’inizio, a lavori un po’ più faticosi e umili».
Dalla musica alla cucina: un cambiamento notevole, si direbbe. «Però, sotto, c’è sempre un filo che unisce tutto. Il mio rapporto speciale con l’alimentazione era partito molto prima, quando negli anni dell’adolescenza avevo cominciato a scaricare sul cibo le mie paure e le sofferenze, piccole e grandi, della vita. Ma il cibo fa parte di noi, e per tornare a sorridere la strada migliore è cominciare ad amarlo. Ho capito che prendendomi cura del cibo, per me e per gli altri, potevo esprimere me stessa».

Non una cucina qualsiasi, però: ti sei specializzata in raw food. «È stata una scoperta. Ma ”crudismo”, in fondo, non significa altro che rispettare il cibo così come la natura ce lo offre. A Londra, nei primi anni, ho fatto tutto il possibile per conoscere e sviluppare competenze in materia: ho partecipato a seminari e workshop, fino a diventare allieva di Karen Knowler, che del raw food è un’autorità: sono diventata Teacher certificata. Anche l’incontro con lo chef Vito Cortese è stato fondamentale: Vito è stato uno dei primi in Italia a parlare di crudismo, e quando ha istituito il progetto Nudo&Crudo, ha voluto me come referente in UK».
Ora dunque sei chef a tempo pieno? «Quasi. Ho fondato una piccola impresa Ltd per lavorare come freelance nei ristoranti che hanno bisogno di me. Questo mi permette più flessibilità: posso lavorare anche in forma privata, a casa di chi desidera una cena diversa dal solito. Ma in futuro vorrei darmi soprattutto al coaching. Il bisogno di conoscere ciò che mangiamo è sempre più sentito dalla gente». Non una moda tra le tante, dunque. «C’è sempre una parte di clienti un po’ “modaiola”: signore facoltose, qualche vip… Ma i più desiderano veramente mangiare con consapevolezza e attenzione alla salute: i miei locali sono frequentati anche da tantissimi sportivi: è sorprendente».
Parlavamo di viaggio, di cambiamenti… Tornerai alla musica? «Sta succedendo una cosa proprio strana. Arrivi a Londra e pensi: -È un posto dinamico, ora mi rifaccio un giro di amici, conosco persone…- Poi però scopri che non è così. Movimento incessante vuol dire anche rischio di alienazione, isolamento. E quando, ultimamente, mi hanno contattato gli event manager di un tempo, per aiutarli con qualche concerto londinese, l’ho vista di nuovo un’opportunità. Innanzitutto perché, spesso, per sbarcare il lunario un solo lavoro non basta. E poi perché mi fa sentire più a casa. Tra italiani ci si capisce al volo, e quelli che sono a Londra hanno ognuno una storia grandiosa da raccontare. In tanti si sono saputi reinventare anche a 50, 65 anni. Un mix di forza e freschezza mentale, con un pizzico di fortuna che fa il resto. Come per la ricetta di un piatto riuscito».
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Crudismo a Londra – I consigli di Lorena:
– NAMA – Notting Hill: «A Notting Hill: è il top»
– TANYA’S CAFE – «un altro ottimo locale, a Chelsea»
– WILD FOOD CAFE «delizioso, su Convent Garden, ma occhio agli orari: al mattino è chiuso!»
Michele Bartoletti Stella
michele@bartolettistella.net
Londra, 6 aprile 2015.