
La Regina Elisabetta II, come da tradizione, questa mattina ha presieduto alla cerimonia di apertura del nuovo governo, illustrandone il programma e inaugurandone formalmente i lavori.
È il cosiddetto Queen’s speech, il discorso nel quale il sovrano presenta le proposte di legge dell’esecutivo e le politiche per l’anno a venire. Un discorso che quest’anno ha assunto un particolare significato: per la prima volta dal 1996, infatti, il governo del paese è interamente nelle mani del Partito Conservatore di David Cameron.
Il discorso, della durata di pochi, minuti, ha fatto parte di una cerimonia lunga e solenne, iniziata con il viaggio in carrozza di Elisabetta da Buckingham Palace a Westminster, e proseguita con un magnifico corteo lungo il Mall . La spettacolarizzazione di eventi politici e il ripetersi di tradizioni immutate da secoli favoriscono l’immagine di un’unica nazione pronta ad offrire stabilità e credibilità nel futuro dei suoi cittadini.
Il concetto di “un’unica nazione” (“one nation”) è stato ribadito più volte questa mattina a Westminster per delineare le nuove proposte di legge e le politiche del nuovo governo: un’unica nazione invece di un “two-speed country”, un paese diviso tra ricchi e poveri, tra chi lavora e chi vive di benefits.
La Regina ha letto il suo discorso con un tono di voce intenzionalmente privo di enfasi, per indicare la sua neutralità sulle politiche annunciate. Molte le novità nelle 26 proposte legislative annunciate dalla Regina. Vediamo le principali:
– l’introduzione di una legge per indire un referendum entro il 2017 sulla permanenza dell’Inghilterra in Europa.
– maggior controllo e nuove misure per diminuire l’immigrazione, tra cui la requisizione dei salari guadagnati dai migranti illegali
– “Devolution” in Scozia e Galles attraverso maggiore autonomia e maggiori poteri fiscali (misura giudicate già insufficienti dal Partito Nazionalista Scozzese)
– nuove misure per combattere l’estremismo religioso e i cyberattacks: l’Ofcom, l’autorità inglese che regola le telecomunicazioni, avrà maggiori poteri per contrastare chi diffonde messaggi estremisti. Gli operatori telefonici saranno obbligati a mettere a disposizione delle Agenzie di Intelligence il traffico dati dei loro utenti.
– Lo stop a qualsiasi aumento delle imposte sul reddito, dell’iva e dei contributi previdenziali per i prossimi cinque anni. Si dovrà però proseguire con la politica di austerity, che prevede tagli alle spese per il welfare pari a 12 miliardi di sterline.
– Un congelamento dei benefits per due anni e una riduzione del tetto massimo di benefits.
– La proposta di una Bill of Rights britannica, ovvero una nuova carta dei diritti che garantisca l’ultima parola ai tribunali ed al parlamento britannico. Si tratta quindi di una marcia indietro dal momento che precedentemente Cameron aveva espresso la volontà di sostituire la legge sui diritti umani con una normativa più severa che prevedeva la possibilità di espellere in modo quasi automatico dal Regno Unito i criminali non britannici condannati da un tribunale.
– Uno stop alle droghe legali, ovvero le sostanze stupefacenti reperibili online o nei negozi, non ancora bandite dalle norme del Regno Unito.
– Un freno ai sindacati ed agli scioperi nel settore pubblico: per essere considerati legali, gli scioperi dovranno ottenere il voto favorevole di almeno il 40% dei lavoratori. Inoltre, i Sindacati (Unions) non potranno più finanziare i partiti senza il parere favorevole della maggioranza.
È un programma decisamente conservatore, in linea con il manifesto elettorale dei Tories. Le ventisei proposte legislative hanno già iniziato ad essere discusse dai lord e dai parlamentari, e saranno presto legge.
Rimane da vedere se il risultato sarà effettivamente un paese più unito al suo interno, e con il resto della UE, o piuttosto una nazione sempre più smembrata e isolata.
Londra, 27/5/2015