Anche quest’anno, adornata dei gioielli della corona e seduta al trono della Camera dei Lord di Westminster, la Regina Elisabetta II ha tenuto il tradizionale “Queen’s speech” – il 63esimo del suo lungo regno come sovrana d’Inghilterra – il discorso con il quale il sovrano presenta le proposte di legge del governo in programma per l’anno a venire.
Lo speech della regina è parte centrale della cerimonia di apertura dei lavori del Parlamento, quest’anno tenutasi nella mattinata del 18 maggio, tradizione che ricorre ogni anno dal 1536 e che prevede una lunga serie di fasi rimaste inalterate da secoli, tra le quali, ad esempio, lo sfarzoso corteo di carrozze e cavalli che accompagna la regina da Buckingham Palace fino a Westminster.
Nel suo discorso, la sovrana ha annunciato ben 21 proposte di legge per l’anno a venire, in un quadro di prospettive d’impegno che puntano alla modernizzazione del paese, soprattutto sul piano sociale, economico e del digitale. Vediamo quelle principali.
Uno dei primi punti toccati, oltre ai principali provvedimenti in merito a sanità e istruzione, prevede il diritto per tutti ad un accesso ad internet a banda larga, più una serie di altre riforme nel campo del digitale.
Di gran portata anche la riforma del governo per le carceri che offrirà, nelle parole della regina, una autonomia “senza precedenti” agli istituti detentivi e numerosi nuovi programmi di sanità e di reinserimento nella società per i detenuti.
Tra i punti più dibattuti, il governo ha rimarcato inoltre l’intenzione di creare un nuovo Bill of Rights, ovvero una carta dei diritti riformata in sostituzione all’attuale Human Rights Act, che dia maggiori poteri ai tribunali del Regno.
Sul piano internazionale, il governo ha rimarcato infine il suo impegno nella lotta contro l’estremismo e nella risoluzione dei conflitti in Ucraina e in Siria. Un solo, breve accenno della regina al rischio Brexit, ricordando la data del referendum sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea il 23 giugno.
Etichettato dalla stampa britannica come uno dei discorsi più brevi di sempre, il pacchetto di riforme presentato è stato criticato per essere stato “poco curato” da Cameron, che ha invece definito il discorso della regina come un “one-nation speech for one-nation government”. Rimane impossibile comunque non avvertire il clima nel quale il Queen’s Speech del 2016 è stato pronunciato, a poco più di un mese dal referendum che potrebbe fare da “spartiacque” e rimettere in discussione tutti i punti precedenti.
Londra, 19/05/2016
Mariaelena Agostini
@AgostiniMea
foto: fonte: PA Images (fonte: pagina Facebook The Royal Family)