Il conflitto in atto in Ucraina sta accelerando le scelte di molti paesi europei nel raggiungere la dipendenza energetica dalla Russia. Tra questi il Regno Unito che si è impegnato a porre fine a tutte le importazioni di carbone e petrolio russi entro la conclusione del 2022, con il gas che seguirà il prima possibile.
Al contempo, il governo di Boris Johnson ha anche svelato su quali altre fonti farà leva per continuare a garantire al paese la quantità di energia che necessità. Tanto che il primo ministro Johnson proprio nella giornata di ieri ha affermato che “Il nucleare torna a casa“.
Lo ha detto durante un video messaggio per annunciare la nuova nuova strategia energetica – finora rinviata a causa dei contrasti in seno al consiglio dei ministri su come finanziarla – di fronte al caro bollette innescato dell’ascesa a livello mondiale dei prezzi del gas e di altre fonti.
Johnson ha collegato l’impennata del costo degli idrocarburi in primis proprio agli effetti dell’aggressione di Vladimir Putin, ribadendo l’impegno del governo per un piano immediato da 9 miliardi di sterline di sussidi destinato ad alleviare alle famiglie meno abbienti l’incremento dei conti per luce e gas imposto dalla crisi energetica mondiale.
Mentre a livello strategico ha confermato non solo la volontà di rilanciare l’uso in questa fase di transizione delle residue riserve nazionali d’idrocarburi nel Mare del Nord, ma soprattutto di tornare ad espandere la rete d’impianti nucleari civili sull’isola, passando dal limite indicato finora di un nuovo reattore ogni 10 anni a un nuovo reattore all’anno, contando di avere 7 centrali in più entro il 2050.
Nel frattempo oggi, venerdi 8 aprile, si terrà un vertice speciale a Londra fra il primo ministro britannico Boris Johnson e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Lo sottolinea Downing Street, rimarcando la posizione del Regno Unito in favore di un embargo totale dalle importazioni degli idrocarburi da Mosca nei tempi più rapidi possibili, oltre che di un ulteriore rafforzamento delle sanzioni in risposta all’invasione dell’Ucraina e dell’invio di armi più offensive a Kiev.
Tutti temi su cui Scholz si è mostrato finora più prudente, pur avendo ricevuto ripetutamente elogi da Johnson per i “coraggiosi” passi in avanti nelle ultime settimane sul fronte dei rapporti con la Russia. Passi in avanti che del resto non hanno impedito alla leadership di Kiev o a quello della Polonia di criticare apertamente il governo di Berlino, in netto contrasto con l’esplicito giudizio positivo dato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla ‘linea dura‘ di Johnson e della Gran Bretagna.
Lo scopo del vertice di oggi sarà quello di proporre e condividere una nuova linea che possa permette ai due paesi, Germania e Regno Unito, di portare avanti medesime azioni contro la Russia e, soprattutto, in vista della totale dipendenza energetica da quei territori.