Dopo anni di inflazione attorno allo zero e in qualche momento negativa, il dato macroeconomico si muove verso l’alto: +0,6% in luglio rispetto ad un anno fa. Colpa della svalutazione della Sterlina, che ha reso le importazioni più costose oltre a creare un boom di turisti nel Regno Unito (+18%). Mark Carney, governatore della Bank of England ha dato una spinta alla discesa della moneta domestica tagliando i tassi allo 0,25%, portandoli ad un nuovo minimo storico.
Il Monetary Policy Committee, l’organo che decide sulla politica monetaria nel Regno Unito, si è detto preoccupato per il futuro dell’economia domestica, tagliando le stime di crescita in maniera consistente, prevedendo crescita zero fino al primo trimestre del 2017. Queste decisioni hanno un forte impatto sul debito sovrano del Regno Unito: i tassi di interesse per le scadenze più brevi sono ora negativi.
La moneta unica europea raggiunge massimi di agosto 2013 contro la Sterlina, che viene scambiata per 1,15 Euro. Cattive notizie per chi si appresta a partire per le vacanze.
I mercati azionari reagiscono in maniera opposta ai tagli dei tassi, che si traducono in costi di finanziamento più bassi per le aziende quotate. Il FTSE 100 britannico supera abbondantemente i livelli pre-referendum e segna 6.900 punti, mentre il FTSE MIB italiano non riesce ancora a scrollarsi dall’effetto brexit e rimane a 16.800 punti.
Federico Lago
Londra, 17/8/2016