Mattarella alla LSE: “Serve più Europa”

Mattarella alla LSE: “Serve più Europa”

L’Europa sta attraversando una fase di crisi ma può uscirne, con coraggio e unità, ripartendo dai suoi ideali e dai suoi valori.  Questo, in sintesi, il punto di vista dell’Italia sull’Europa, espresso oggi dal Presidente Sergio Mattarella in un discorso/lezione tenuto alla London School of Economics.

Mattarella ha parlato per 27 minuti, in italiano, in un teatro strapieno (non è stato possibile soddisfare tutte le richieste di biglietti). Il suo è stato un discorso da statista, diretto, ispirato, molto chiaro nel delineare la strategia da seguire.

Il Presidente esordisce ammettendo lo stato di incompiutezza dell’Europa (per la quale usa la metafora del “cantiere aperto”) e prendendo atto dei problemi e dei pericoli che l’Europa si trova ad affrontare: il senso di sfiducia dell’opinione pubblica nei confronti delle istituzioni comunitarie, anche in paesi tradizionalmente filo-europei; la competizione con le nuove potenze emergenti su scala mondiale; il  problema della sicurezza ai nostri confini, e naturalmente l’emergenza immigrazione.

L’Europa ha superato molte crisi (il riferimento è a quella del 1954, che rischiò di far naufragare il progetto di integrazione europea) e se vuole può superare anche questa. Mattarella cita Jean Monnet  (“non vi sono disfatte se non quelle che si accettano”) e ricorda che le crisi sono anche opportunità, notando come la crisi finanziaria ha fornito l’occasione di rendere più solido il sistema bancario europeo e ha permesso alla Banca Europea di acquisire un’autorevolezza che prima non aveva.

Il tema chiave è quello che riguarda la gestione della crisi migratoria.  Mattarella rivendica l’obbligo morale di intervenire. «Sono in gioco i nostri valori, quelli che ci hanno consentito, per la prima volta da secoli, di vivere per quasi 60 anni in un orizzonte di pace, di libertà, di democrazia e di sviluppo sociale ed economico. Valori dei quali molti migranti che bussano alle nostre porte non hanno potuto mai godere. La politica dell’accoglienza diventa così una sorta di specchio nel quale troviamo riflessi la nostra immagine, la luce dei nostri valori».

Mattarella difende il programma Mare Nostrum, affondato da «critiche davvero del tutto infondate», mentre il successivo Triton «è la prova tangibile che le risposte emergenziali non bastano».  L’Italia chiede che la situazione nel Mediterraneo sia affrontata in un quadro comune, con un azione europea univoca e credibile, forte e incisiva. Un’azione basata su una strategia di lungo periodo che preveda la cooperazione con i paesi di origine e di transito dei flussi migratori.  Una posizione che paesi come il Regno Unito non sono propensi ad adottare (il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, incontrato da Mattarella in mattinata,  si è detto “stupito” della tolleranza italiana per l’alto numero di migranti accolti).

Per aumentare la sicurezza nel continente, Mattarella auspica che i paesi membri aumentino gli stanziamenti per la Difesa e ne coordinino la spesa, abbandonando il paradigma di politiche di difesa e di armamenti nazionali.

«Serve più Europa» è la ricetta, quasi il mantra, di Mattarella. La via italiana a un’Europa più sicura e più solida passa per maggiore cooperazione tra gli stati e un ritorno agli ideali e ai valori dei padri fondatori dell’Unione.

«La visione di Altiero Spinelli era quella giusta» conclude Mattarella rispondendo ad una domanda del pubblico, «Soltanto un’Europa unita potrà dettare un ruolo da protagonista.»

Francesco Ragni

Londra, 29/5/2015