A breve in Gran Bretagna cominceranno i lavori per installare la più grande turbina eolica del mondo. Il progetto è promosso da General Electric, che ha firmato un contratto di cinque anni con il governo britannico per testare e poi sviluppare tecnologie offshore di nuova generazione, tra cui appunto la turbina gigante.
Alta 350 piedi, ovvero quasi 107 metri con il punto massimo raggiunto dalle eliche a 219 metri, la superturbina verrà collocata all’Offshore Renewable Energy Catapult Centre di Blyth, nel Northumberland. L’obiettivo dell’installazione sarà verificare le nuove tecnologie e stabilirne efficienza e risultati.
La compagnia americana ha voluto mettere in evidenza come il patto con la Gran Bretagna servirà anche a sviluppare questo tipo di fonti rinnovabili, favorendo piccole aziende collegate alla catena della trasformazione e distribuzione.
Catturare le forze della natura e domarle, per ottenere energia pulita e a costo inferiore: non è solo un sogno in termini ecologici, ma diventa anche un’opportunità a livello di affari. Un approccio che ha conquistato il governo britannico, visto che la decisione di General Electric di optare per la Gran Bretagna rispetto ad altre destinazioni possibili, sembra dimostrare che in questo ambito la ricerca inglese è di alto livello e le risorse per sperimentare non mancano.

Mentre compie battaglie contro l’inquinamento che coinvolgono anche la vita pratica dei cittadini, dunque, il governo inglese si impegna per sviluppare fonti alternative di energia. A confermare il ruolo strategico del Regno Unito è stato anche il Ceo del settore Offshore Wind business di General Electric, John Lavelle, secondo il quale la scelta britannica permetterà di eseguire test sulle nuove tecnologie in modo più rapido per via delle competenze e degli impianti messi a disposizione, ma anche per la crescente domanda da parte dei cittadini.
L’investimento americano, peraltro, porta nuova linfa a un settore che negli anni sta conquistando sempre più spazio. Secondo i dati del Ministero, infatti nel 2017 le energie rinnovabili hanno prodotto circa 99 milioni di megawatts/ora, con un incremento del 19 per cento sugli 83,2 milioni dell’anno precedente. E in questo sviluppo la parte del gigante è stata fatta dall’energia eolica, con la generazione da parte di turbine offshore che è cresciuta del 27 per cento, per una produzione record di quasi 21 milioni di megawatts/ora e una onshore, ovvero sulla terra, di 28,7 milioni di megawatts/ora, cresciuta del 37 per cento nell’arco di dodici mesi.
Dalle bioenergie, invece, sono arrivati 31,8 milioni di megawatts/ora (5,9 per cento in più). Oltre la metà derivava da biomasse, mentre circa lo 0,7 per cento dal trattamento dei rifiuti. Un risultato interessante per i biodigesori, che si stanno affermando, in opposizione ad altre forme energetiche che lasciano un’impronta maggiore sull’ambiente. Infine il fotovoltaico ha registrato uno sviluppo del 10 per cento, per un totale di 11,5 milioni di megawatts/ora prodotti.
Il modo di produrre energia, insomma, sta cambiando in modo significativo nel Regno Unito e l’eolico risulta uno dei settori trainanti, come ha dimostrato l’installazione o l’ampliamento, registrati nel corso del 2017, di numerosi siti con impianti di vecchia e nuova generazione. A questo punto la turbina della general Electric potrebbe rappresentare l’ennesimo stimolo a un settore in crescita e offrire risposte anche ai consumatori, che attendono offerte per alimentare la loro vita con energia pulita, che non faccia male all’ambiente.
Articolo realizzato con il supporto di Green Network Energy – la prima azienda italiana di energia nel Regno Unito