
David Cameron, primo ministro inglese, durante un discorso pronunciato in una fabbrica del West Midlands venerdì scorso ha messo in chiaro uno dei principali obiettivi che caratterizzeranno la sua politica, se vincerà le prossime elezioni di maggio: “Stop al flusso incontrollato di immigrati a Londra. Tutti quelli che vogliono richiedere le detrazioni fiscali e i sussidi per i figli a carico devono vivere qui e contribuire allo sviluppo del nostro paese per un minimo di quattro anni”.
Per disincentivare i tantissimi “nuovi arrivi” che inondano ogni giorno la capitale britannica Cameron ha inoltre proposto il rimpatrio immediato per tutti coloro che dopo sei mesi non risultano possedere un regolare contratto di lavoro. Una vera e propria scure sulla testa di tutti coloro che arrivano in UK con la speranza di trovare lavoro, in un paese da sempre “aperto e multirazziale” come ha ricordato lo stesso Cameron all’inizio del suo discorso.
L’enorme impennata del flusso migratorio che, negli ultimi anni, ha caratterizzato soprattutto la metropoli londinese, sta generando qualche preoccupazione nell’opinione pubblica inglese. La maggior parte di immigrati proviene dall’Unione Europea, inclusi i numerosi italiani, oltre 500,000 secondo le ultime stime.
David Cameron ha sollecitato Bruxelles a supportare i suoi ‘ragionevoli’ propositi per frenare i benefici del welfare comunitario concessi su larga scala agli immigrati, secondo quelli che sono gli accordi stabiliti tra i membri che fanno parte dell’Unione Europea e che secondo lui andrebbero rivisti.
La minaccia di Cameron, qualora le sue richieste venissero disattese, è quella di lasciare l’Europa, dando fiato ai parecchi sostenitori dello “scissionismo” presenti in Inghilterra: “Noi ci meritiamo e dobbiamo essere ascoltati – ha detto Cameron – questa è una questione che interessa il popolo britannico ed il nostro futuro nella Ue. Il popolo britannico non comprenderebbe, e francamente neanche io, se non si potesse trovare un modo adeguato per risolvere la questione, cosa che aiuterebbe a fissare un posto per il nostro paese nella Ue una volta per tutte”.
Il flusso di immigrati secondo Cameron sta diventando insostenibile per l’amministrazione pubblica, che in questi condizioni non ha più la possibilità di erogare con la stessa qualità i servizi per tutti i cittadini. Il pacchetto di misure pensato dal Governo Tory in carica prevede tra l’altro che i cittadini europei che lavorano in Gran Bretagna non possano godere, come già ricordato sopra, degli sgravi fiscali previsti dal sistema di welfare né fare domanda per l’edilizia popolare nei primi quattro anni di residenza. Inoltre sarà impedito di chiedere sgravi fiscali o assegni familiari per figli che non risiedono nel paese, misura accompagnata da restrizioni delle norme sui ricongiungimenti familiari.
Prevista inoltre la velocizzazione del rimpatrio per i pregiudicati, mentre si allunga il divieto di ingresso nel Regno Unito per tutti coloro che sono stati fermati mentre facevano l’elemosina. In genere dunque, si cercheranno di applicare provvedimenti contro l’immigrazione di cittadini provenienti da paesi che hanno un’economia “ancora troppo distante da quella degli altri stati membri” e che giungono in Inghilterra per cercare lavoro. La partita è ancora tutta aperta.
di Marcello Mormino