Più in là delle conquiste di Gengis Khan, non molto più comodi delle sue scorribande a cavallo. Tredici paesi da attraversare, 15 mila chilometri da percorrere, un italiano di 25 anni e un inglese di 28 a bordo di una Fiat Panda CLX Fire del 1995. Niccolò Torrigiani ed Andrew Hurwitz celebreranno la propria vacanza di qualifica come avvocati professionisti a Londra in questo modo. «Ci dicono tutti che siamo dei pazzi, ma abbiamo la giusta motivazione per partecipare all’edizione 2018 del Mongol Rally», ha raccontato un emozionato Niccolò qualche giorno prima della partenza.
L’evento si spiega molto facilmente: la sfida consiste nel coprire in meno di un mese l’enorme distanza che va da Londra a Ulaanbataar, in Mongolia. Per farlo non sono previsti mezzi attrezzati o equipaggiamenti comodi, ma basta un’utilitaria che renda il viaggio un’avventura e che possa contenere tutto il necessario per affrontare il tragitto. Fiammetta, così hanno ribattezzato la loro Panda bianca, è apparsa perfetta per questa impresa sin dal momento in cui Niccolò ed Andrew l’hanno comprata a gennaio (foto in alto).
Da anni avventurosi viaggiatori partono da Londra, e ultimamente anche da altre capitali europee, per raggiungere la Mongolia in condizioni al limite dell’impossibile, spesso per cause benefiche. Anche per i due colleghi la beneficenza è una delle principali ragioni, oltre quella di soddisfare i sogni del nonno di Niccolò, appassionato di macchine spider e avventure on the road. Nel corso di questo viaggio proveranno a raccogliere 8mila sterline con una campagna di fundraising (per entrare nella loro pagina di raccolta fondi clicca qui). Una loro amica, Emma McKinlay, è morta di malattia nel 2017 e l’associazione che l’ha aiutata, Teenage Cancer Trust, sarà fra i beneficiari delle donazioni. Oltre al progetto previsto dal Mongol Rally 2018, Cool Earth Project, parte dei soldi raccolti sarà poi devoluta anche alla Mental Health Foundation, che con i suoi progetti tutela la salute mentale e diffonde la conoscenza delle patologie a essa legate.

Con questo nobile scopo i due giovani avvocati sono pronti ad affrontare un viaggio che non sarà affatto agevole, ma che ha già goduto, nella sua preparazione, del sostegno morale e concreto di tanti. «Abbiamo fatto tutto negli ultimi giorni, ma per i pezzi di ricambio diverse aziende italiane e inglesi ci hanno dato una mano, come Checchi Arredamenti dello zio Tommi, Firela Motors, Ricambio e Rialzi 4×4. Per fortuna i componenti di una Panda sono più facili da reperire rispetto ad altre macchine. Perfino trovare un modo per trasportare la benzina senza metterla nell’abitacolo e creare spazio per le valigie ha richiesto molto ingegno», ha spiegato Niccolò. «Abbiamo creato un account Instagram e lo useremo come diario di viaggio. Per la connessione internet una società inglese ci ha fornito un kit e un’antenna per raccogliere il massimo segnale anche in posti sperduti, speriamo funzioni!»
I due ragazzi non hanno programmato molto altro. Per pernottare in Europa si affideranno agli ostelli, mentre in Asia e sul Caucaso useranno una tenda in caso di necessità. Troppo poco spazio dentro Fiammetta. Devono far quadrare i conti con tutto, ma alla fine l’improvvisazione farà gran parte del lavoro. Solo il vestiario è un fattore imponderabile, quando ai trenta gradi dell’estate europea si contrapporranno i -5°C dei monti Urali. Sulle strade sterrate, i tornanti e le salite non ci sono troppe informazioni. Alla frontiera con l’Afghanistan si viaggerà a 3.700 metri di altitudine. Fra Turkmenistan, Kirghizistan e Uzbekistan le condizioni del percorso sono ignote.
«Solo per i visti abbiamo speso tantissimo», ha detto Andrew ripensando ai costi. «Quello russo è stato il più caro di tutti. Tre volte entreremo in Russia e tre volte dovremo pagare, non esiste un sistema cumulativo».
I chilometri da percorrere in media ogni giorno saranno circa 400. Secondo il mini programma scritto sulle note del telefono da Niccolò, il 20 luglio andranno da Odessa a Kharkiv, in Ucraina, ed entro due giorni dovrebbero raggiungere il Kazakistan, solo per citare una delle tante tappe, molte sconosciute anche ai viaggiatori più esperti. L’obiettivo di arrivare alla meta nella metà di agosto resta ambizioso, perfino senza inconvenienti alla macchina durante il percorso.
Per il ritorno un volo per Londra attenderà i ragazzi, ma al loro fedele veicolo servirà più tempo. Previsto un rientro nella City via mare dai tempi sconosciuti.
«Speriamo davvero di farcela», ha concluso Niccolò. «La mia ragazza non era molto contenta della scelta di trascorrere gran parte delle ferie così. Ho già in programma una vacanza con lei ad agosto. Qualsiasi ritardo sarebbe imperdonabile».
Fantastico bravi ragazzi in bocca al lupo!!!