Italia: meglio la seconda. Contro l’Inghilterra è (un buon) 0-0

Portieri decisivi ed errori sottomisura per Frattesi e Sterling. Strepitoso Ramsdale su Tonali

Italia: meglio la seconda. Contro l’Inghilterra è (un buon) 0-0

 

Se qualcuno avesse detto a Mancini che si sarebbe ritrovato in testa al girone di Nations League dieci giorni dopo la pessima prova contro l’Argentina nella Finalissima di Wembley, probabilmente il tecnico di Jesi avrebbe preso per pazzo il portatore di questo pronostico. In realtà, la nuova Italia che il c.t. Roberto Mancini sta plasmando è una squadra che ha tanto potenziale e che, passo dopo passo, sembra aver imboccato la strada giusta.

È chiaro che l’Italia sia un cantiere in piena evoluzione. Non a caso le scelte di Mancini nell’11 iniziale vedono dei debutti (Gatti e Frattesi) e l’impiego da titolare di chi ha avuto meno minuti nelle partite precedenti (Locatelli, Acerbi). Dall’altra parte, Southgate cambia in avanti lasciando Harry Kane in panchina e preferendogli Tammy Abraham per sfruttare la sua conoscenza con il calcio italiano, così come l’innesto di Tomori in coppia con Maguire.

L’Inghilterra parte bene davanti ad un pubblico composto da soli 2.000 spettatori tra bambini delle scuole calcio affiliate alla FA e i loro accompagnatori; ma la prima vera occasione ce l’ha l’Italia con Frattesi che sfrutta la prima azione di ripartenza azzurra senza però centrare la porta difesa da Ramsdale. Risponde l’Inghilterra con il tiro di Mount che Donnarumma devia sulla traversa.
È un primo tempo decisamente interessante nel quale i ritmi sono buoni, tenendo presente la stanchezza che i giocatori hanno accumulato nelle gambe in queste partite di Nations League ravvicinate tra loro. Mancini imbriglia bene l’attacco inglese che trova in Jack Grealish l’emblema della serata non proprio positiva che li attende.

Il fantasista del Manchester City non riesce ad incidere sulla fascia sinistra grazie all’ottima presa in consegna di Di Lorenzo e quando il 7 dell’Inghilterra perde palla, si aprono praterie sulla destra che l’Italia sfrutta sempre arrivando più volte a ridosso dell’area di rigore avversaria.

I veri rischi per l’Italia se li crea l’Italia stessa, specie con i retropassaggi per Donnarumma che impiega sempre quell’attimo in più per rilasciare il pallone e che per poco non costa la frittata sul pressing di Sterling prima e Abraham poi.

Mancini chiede a Dimarco di allargarsi in fase di non possesso perché Sterling gode di troppa libertà, e difatti, lo stesso attaccante del Manchester City trova la traversa con la deviazione decisiva di Donnarumma che dimostra di essere tra i migliori quando usa le mani.

L’Italia conta su una difesa solida anche se a comporre il pacchetto centrale sono la coppia Acerbi – Gatti alla loro prima partenza da titolari, insieme. Eppure Gatti giganteggia nello scontro fisico con Abraham ed Acerbi rifinisce il tutto facendosi trovare pronto nei raddoppi e annullando l’attacco inglese.

L’occasione più nitida per l’Italia arriva con Tonali che al 25° colpisce a botta sicura da dentro l’area di rigore: solo un riflesso felino di Ramsdale gli dice di no. Sarà l’occasione più ghiotta della partita azzurra per strappare i tre punti.

Qualche altro spunto da una parte e dall’altra, ma sostanzialmente il primo tempo non regalerà altre emozioni.

Alla ripresa i due tecnici non operano nessun cambio e allora si ricomincia con l’Inghilterra che parte subito forte come aveva cercato di fare anche nel primo tempo e questa volta va vicinissima al gol con Sterling che manca il vantaggio da due passi spedendo fuori il pallone dall’area piccola.

Un’occasione mancata che da però forza all’Inghilterra che pian piano aumenta la propria pressione offensiva e alza costantemente il baricentro costringendo l’Italia a difendersi (egregiamente) e sfruttare quando può le ripartenze.

Scamacca lavora ottimi palloni da puro numero 9 che fa salire la squadra, ma agli Azzurri manca quello sprint necessario per andare a colpire negli ultimi 18 metri. Lo stesso si può dire, però, per gli uomini di Southgate. E allora, valzer di cambi al 64°. Tre per l’Italia, 2 per l’Inghilterra che con l’ingresso di Harry Kane passa ad un 4-2-3-1 inserendo anche Bowen a completare il pacchetto dei trequartisti.

Proprio il giocatore del West Ham si rende subito pericolo con una incursione solitaria, mentre Kane riesce ad effettuare il suo primo tiro (alle stelle) solo al 78°. L’Italia ha qualche altra occasione per poter attaccare l’area inglese ma Tomori dimostra di aver appreso molto dalla sua esperienza in rossonero sul come difendere e risulta essere tra i migliori in campo della partita.

Nel finale non accade più nulla e l’Italia guarda a questo punteggio con ottimismo dato che alla vigilia c’era una certa sensazione negativa che aleggiava intorno alla squadra decimata sì da infortuni ma soprattutto senza una vera e propria leadership in mezzo al campo. Non solo ottimismo, ma anche un pizzico di insoddisfazione visto che, numeri alla mano, se proprio doveva vincere una squadra, quella sarebbe stata l’Italia. Il ché, ovviamente non dispiace, considerando il da dove si viene e sapendo che la costruzione di questo nuovo “palazzo” è al momento nella fase di progettazione delle “fondamenta”.

In conferenza post-partita, Mancini si è detto quindi contento per la prestazione in generale, soprattutto perché non si è perso contro una Inghilterra che è, a detta del c.t. azzurro, tra le favorite per la vittoria del Mondiale, ma dall’altra parte c’è rammarico per non aver capitalizzato le occasioni create: un problema sul quale ovviamente lo staff della Nazionale dovrà lavorare, consapevole che la strada che potrà portare nuovamente alla gloria è lunga e tortuosa, ma per ora gli Azzurri possono godersi il primato nel girone di Nations League.