Amara scoperta per tutti coloro che si stanno apprestando a rientrare nel Regno Unito dall’Italia portando con sé un regolare test anti-covid (molecolare o antigenico) con risultato negativo, come richiesto dalle nuove disposizione governative britanniche.
Per le autorità locali, infatti, il certificato non è valido se scritto o tradotto in italiano, differente invece se redatto in inglese, spagnolo o francese.
Non è chiaro per qualche motivo l’italiano non sia stato inserito nella lista delle lingue autorizzate, così come per le altre lasciate fuori, dal portoghese al polacco o romeno tanto per fare alcuni esempi. Soprattutto se si pensa al fatto che i certificati medici quasi sempre vengono redatti nella lingua collegata al paese che lo rilascia.
Le linee guida del governo britannico specificano anche che non si accettano neppure traduzioni, qualora un viaggiatore avesse tempo pure di effettuare la traduzione del certificato in una sorta di corsa a ostacoli dato che a sua volta lo stesso viene considerato valido solo se effettuato entro le 72 ore dal momento della partenza.
Insomma, una bella gatta da pelare per i tanti italiani che erano riusciti a tornare per le festività natalizie, superando decine di scogli burocratici dovuti alle recenti restrizioni decise dal governo italiano verso gli arrivi dall’UK.
Ora, al contrario, anche l’UK complica la situazione lasciando in un vero e proprio limbo gli italiani che si apprestano a effettuare il viaggio al contrario. Infatti, anche se il viaggiatore del caso riuscisse comunque ad ottenere il certificato di negatività al coronavirus redatto in inglese (o in francese o in spagnolo), una volta giunto nel Regno Unito dovrà comunque rispettare una quarantena di dieci giorni.
Pena, una multa di £500 in caso di mancata presentazione del certificato alla frontiera, secondo le direttive sopra descritte, più il rischio di non poter varcare il confine per raggiungere la sua abitazione.
A questo indirizzo internet tutte le disposizioni ufficiali del governo britannico sugli ingressi in UK.