Scuole chiuse, treni paralizzati, funzionari assenti in più ministeri. Quello di oggi nel Regno Unito è il più corposo giorno di scioperi che si sia registrato nel corso degli ultimi dieci anni fermi in molti settori, accomunati dalla richiesta di salari migliori contro un’inflazione che è arrivata al 10,5%.
Circa 20.000 scuole in Inghilterra e Galles sono coinvolte nel primo dei sette giorni di braccia incrociate indetti per febbraio e marzo dagli insegnanti delle scuole primarie e secondarie, aggiungendosi così alle proteste iniziate mesi fa in molti altri settori.
Lo sciopero degli insegnanti coincide con uno dei molteplici stop dei macchinisti di una decina di compagnie ferroviarie e del personale di 150 università. Anche con l’azione di circa 100.000 funzionari di ministeri, porti, aeroporti e persino i centri per l’esame della patente. In totale, sono previste fino a 500.000 persone in sciopero.
Nonostante ogni settore abbia le sue rivendicazioni, tutti sono uniti nel chiedere aumenti salariali a fronte di un’inflazione che da mesi supera il 10% (10,5% a dicembre) e lascia molte famiglie senza altra scelta che i banchi alimentari. Questa profonda crisi ha portato gli infermieri a dicembre a organizzare il loro primo sciopero nazionale negli oltre 100 anni di storia del loro sindacato.
Dopo un negoziato infruttuoso con il governo conservatore di Rishi Sunak, hanno indetto altri due giorni di sciopero a gennaio e altri due il 7 e 6 febbraio. Quest’ultimo giorno coinciderà con un’azione in Inghilterra e Galles delle squadre di ambulanze in quello che potrebbe essere il piu’ grande sciopero nel martoriato sistema sanitario pubblico britannico, afflitto da anni di austerità, dalla sua creazione nel 1948.
Nel frattempo, anche un’altra categoria si aggiunge allo stato di mobilità generale che sta colpendo il paese. Questa volta si tratta dei vigili del fuoco aderenti alla Fire Brigades Union (Fbu), loro sindacato di riferimento, i quali hanno votato a maggioranza a favore di uno sciopero da tenersi a breve, il primo dal 2003, ovvero quasi vent’anni dall’ultimo. La data sarà confermata più avanti.
Il risultato del voto degli iscritti ha intanto incassato il via libera all’astensione dal lavoro – emergenze vitali escluse, ovviamente – da parte di circa l’88% dei partecipanti, come hanno riferito ai media i portavoce sindacali, con un’affluenza indicata al 73%.
Secondo Matt Wrack, segretario generale della Fbu, la pazienza dei pompieri è arrivata al limite, dato che l’inflazione avrebbe portato a una perdita di potere d’acquisto reale delle loro paghe pari al 12%, dal 2010 a oggi.
A novembre i rappresentati dei vigili del fuoco avevano respinto l’offerta di un incremento medio degli stipendi del 5%, quindi sotto l’inflazione attuale. E meno di due settimane fa, dopo una serie di contatti infruttuosi, avevano rivolto una sorta di ultimatum al governo Tory di Rishi Sunak e alle controparti aziendali, chiedendo loro di mettere sul tavolo una proposta aggiornata di miglioramento salariale entro 10 giorni, pena lo sciopero.