Con una decisione che non ha suscitato grande sorpresa, la Corte suprema britannica ha respinto la possibilità di indire un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia senza il via libera del Parlamento britannico.
Si tratta di un duro colpo per gli indipendentisti e per la leader scozzese Nicola Sturgeon, che aveva proposto una nuova consultazione per l’autunno del 2023, ovvero 9 anni dopo il primo referendum. In quella occasione, il 55% degli elettori scozzesi aveva deciso di rimanere nel Regno Unito, del quale fa parte da oltre 3 secoli. Dal 2014, lo Scottish National Party della premier Sturgeon si è ulteriormente rafforzato, soprattutto in seguito alla Brexit (la maggioranza della Scozia aveva votato per restare nell’UE) portandola a decidere di indire una nuova consultazione.
Ora che la Corte ha stabilito che non poteva farlo senza l’approvazione del Parlamento di Londra, Sturgeon ha ribadito l’intenzione di utilizzare “tutti i mezzi democratici, legali e costituzionali perché il popolo scozzese possa esprimere la sua volontà. Dal mio punto di vista, questo non può che avvenire con le elezioni” in calendario per il 2024, che secondo la leader si trasformeranno in un “referendum de facto” sull’indipendenza. Il Parlamento scozzese è stato creato con lo Scotland Act del 1998, che ha delegato a Edimburgo le decisioni in una serie di materie come la salute e l’educazione.
Londra ha sempre sostenuto la sua opposizione a riproporre il referendum scozzese, a maggior ragione nell’attuale fase di difficoltà economiche legate alla crisi energetica, mentre gli indipendentisti rivendicano la possibilità di affrontare in maniera autonoma tale situazione. A loro avviso, questa dipende anche dalle conseguenze di una Brexit che non avrebbero voluto: in occasione del referendum del 2016, la Scozia voto’ al 62% per non uscire dall’Unione europea mentre secondo un sondaggio recente, l’attuale sostegno al partito conservatore del premier Rishi Sunak non supera il 15%.
“Il raggiungimento dell’indipendenza non è solo auspicabile, ma è essenziale se la Scozia vuole sfuggire alla crisi, al disastro della Brexit, ai danni delle politiche imposte da governi per i quali non abbiamo votato e di un modello economico a bassa crescita ed elevata disuguaglianza“, ha ribadito Sturgeon. In seguito alla decisione della Corte suprema, già oggi sono previste manifestazioni indipendentiste a Edimburgo e in altre città in Scozia e in Europa. La Sturgeon ha poi aggiunto: “il percorso che intraprenderemo per raggiungere l’indipendenza dovrà essere legittimo e democratico“.
Il premier britanico Rishi Sunak ha affermato di aver accolto con favore il verdetto unanime “chiaro e definitivo” della Corte Suprema che ha stabilito che il governo scozzese non potrà svolgere un nuovo referendum sull’indipendenza senza l’approvazione di Londra. Come riportano i media britannici, Sunak ha parlato del referendum durante il question time alla Camera dei Comuni. “Ora è il momento per i politici di lavorare insieme ed è quello che farà questo governo“, ha aggiunto Sunak.