Intervista al sindaco di Camden: “Incontrerò i familiari di Federica”

Lazzaro Pietragnoli
Lazzaro Pietragnoli, sindaco di Camden

 

“Quando verranno a Londra i genitori di Federica, sento il dovere di parlare con loro e di invitarli qui al Council. E’ una tragedia enorme”.

Il sindaco di Camden Lazzaro Pietragnoli è veneto come Federica Baldassa, la ragazza di 26 anni morta in un incidente stradale a Londra lo scorso 6 febbraio. Affida a Londra, Italia il proprio invito rivolto ai familiari ed agli amici più stretti della giovane, all’indomani della manifestazione avvenuta proprio sul luogo dello schianto ed organizzata via socialmedia dal gruppo “Stop Killing Cyclists” per chiedere al Council di Camden ed a Transport for London maggiore sicurezza per i mezzi a due ruote.

“Ho saputo con qualche giorno di ritardo che la vittima dell’incidente è una ragazza italiana, perché sulle prime la riservatezza sull’accaduto era molto alta, e non ero al corrente dell’evento di solidarietà organizzato ieri sera – aggiunge al telefono Pietragnoli, eletto alla guida del Council dall’anno scorso – ma sono aperto ai suggerimenti da parte dei cittadini. Purtroppo, le soluzioni immediate non sono facili da realizzare”.

Disegnare una pista ciclabile sull’asfalto, infatti, è più complicato di quanto sembri: “Stiamo lavorando con la Polizia, da cui aspettiamo un report, per modificare il tratto di strada dove è avvenuto l’incidente di Federica. Non ci risulta – spiega il sindaco – che nello stesso punto ne siano avvenuti altri, piuttosto sappiamo che ce ne sono stati tre nelle vicinanze: a Theobalds Road ed a Vernon Place. Stiamo verificando con Transport for London quali siano le condizioni per poter intervenire”.

 

baldassa
La manifestazione in memoria di Federica Baldassa (foto: F. Marchese)

 

Siamo a Londra, non in Italia: anche qua bisogna fare i conti con la burocrazia? “Siamo tutti consapevoli che la zona di Holborn è ad alto rischio – dice Pietragnoli – perché è una delle più frequentate dai ciclisti in città, e siamo consapevoli che le infrastrutture non sono adeguate, ma una soluzione immediata non c’è. Possiamo mettere una luce di segnalazione, questo sì. Modificare il percorso stradale, invece, è più complicato a meno che non sia richiesto espressamente dalla Polizia”.

Dal punto di vista delle responsabilità, per capire le diverse competenze basta guardare il colore delle strisce stradali: quelle rosse sono gestite da Trasport for London, quelle gialle sono di competenza del Borough.

Nel dettaglio – spiega il primo cittadino del borough di Camden – non si può aggiustare un incrocio rivoluzionando altre strade nelle vicinanze: “aumenterebbe il rischio complessivo in tutta la zona”.

Va in bici? chiediamo. “No, ma non ho la patente ed uso solo i mezzi pubblici. Cammino molto”, risponde. Ed elenca alcuni esempi di gestione virtuosa, come la collaborazione con il gruppo di ciclisti “London Cycling Campaign” che conta 12mila likes su Facebook, il via libera alle biciclette nelle corsie degli autobus a Bloomsbury Way (“Ha dato risultati molto positivi”) e la costruzione di barriere fisiche per separare le corsie a Royal College Street (“ci sono state le proteste dei residenti, ma adesso è una delle strade più sicure del Paese”). Esiste un progetto a più ampio respiro, ma i tempi sono lunghi: “Lo scorso 21 gennaio – conclude Lazzaro Pietragnoli – abbiamo approvato un progetto per rendere ciclabile tutta la zona. Le consultazioni inizieranno in primavera e, se andrà in porto, poi cominceranno gli studi di fattibilità”.

Francesca Marchese

twitter: @fmarchese_

 

Londra, 17 febbraio 2015