Il gol di Chiesa, il rigore di Jorginho, le parate di Donnarumma. La straordinaria vittoria dell’Italia nella semifinale con la Spagna ha avuto molti momenti chiave ma ce n’è stato uno su tutti: il sorteggio tra i capitani per decidere dove tirare i calci di rigore. Lo vince Chiellini e ovviamente sceglie di tirarli davanti alla curva italiana. Quel lato di Wembley interamente tinto di azzurro e di tricolore, popolato da expat italiani che per tutta la partita hanno fatto sentire agli Azzurri il loro calore. La decisione è accolta con un boato. E’ in quel momento che l’Italia vince la partita.
L’errore di Locatelli sul primo tiro getta una doccia fredda ma ci pensa il Gigio nazionale a pareggiare subito il conto. Da li in poi la strada è in discesa fino all’errore di Morata. Quando Jorginho si avvicina al dischetto per il rigore decisivo la curva trattiene il respiro ma è quasi certa del risultato. Da anni l’italo-brasiliano delizia i tifosi del Napoli prima e del Chelsea dopo con rigori talmente precisi da essere imparabili nonostante la lentezza della rincorsa e del tiro. Potrà mica sbagliarlo oggi? Il suo tiro, visto da dietro la porta, ci mette una vita a superare la linea di fondo ma il portiere è ormai tutto dall’altra parte e l’unica cosa che può fare è guardare il pallone scivolare lentamente via, insieme alle speranze di tutti gli spagnoli. La curva esplode. L’Italia vince e vola in finale.
È stata una partita incredibilmente sofferta tra due squadre che avrebbero entrambe meritato di raggiungere la finale. La Spagna ha tenuto il pallino del gioco (65% di possesso palla e un numero di passaggio più che doppio di quelli degli azzurri) , ma ha trovato un’Italia pronta a difendersi con le unghie e contrattaccare con velocità e precisione. Il gol di Chiesa è arrivato con una azione nella migliore tradizione del calcio all’italiana. Rinvio corto di Donnarumma, tocco rapido di Verratti, lancio al millimetro di Insigne per Berardi e palla messa in rete da Chiesa con un tiro a giro tanto forte quanto preciso, proprio sotto la curva degli Italiani. Il pareggio di Morata complica le cose e ci costringe ai supplementari, dove rischiamo anche di andare sotto. Ma la diga eretta da Chiellini e soci regge bene e il resto è storia.
Per tutta la partita lo spettacolo sugli spalti è stato se possibile ancora piú bello di quello sul campo. Migliaia di italiani di ogni provenienza, a giudicare dai cori, dagli accenti e da maglie e bandiere. Cori anti spagnoli (“solo il chorizo, c’avete solo il chorizo”), invettive colorite, balli e canti sulle musiche di Raffaella Carrà. Sempre in piedi per tutta la partita, come si conviene nelle curve degli ultrà.
Un tifoso accanto a me ha seguito l’intera partita con un bebè di pochi mesi nel marsupio, avvolto da un vestitino rosa (foto in basso @F. Ragni). Non ho fatto a tempo a intervistarlo per chiedergli se lo aveva portato perchè non aveva trovato la baby sitter o perchè invece voleva fargli vivere questa straordinaria esperienza. Chissà se crescendo se la ricorderà. Noi di sicuro lo faremo.
(Foto in alto @Azzurri)