Disoccupazione UK ai minimi storici, ma i salari non crescono

Tra le cause, il continuo afflusso di immigrati da paesi dell'Unione Europea

Disoccupazione UK ai minimi storici, ma i salari non crescono

 

L’economia britannica continua senza sosta a generare lavoro, ma i salari rimangono bassi, un fenomeno che gli economisti fanno fatica a spiegare e che in questi giorni viene analizzato dai maggiori quotidiani UK.

Secondo gli ultimi dati, il numero complessivo di persone occupate nel Regno Unito ha raggiunto 31.4 milioni, una cifra record, mentre il tasso di disoccupazione UK è fermo a 5.1%, il livello piú basso degli ultimi dieci anni. Tra i giovani (18-24 anni) il tasso di disoccupazione è sceso dal 14.3% al 12% (per confronto, in Italia lo stesso numero viaggia su valori superiori al 40%).

Il mercato del lavoro oltre Manica è decisamente in buona salute. Nell’ultimo anno, spiega il Times, l’economia UK ha creato 588,000 nuovi posti di lavoro, dei quali 3/4 a tempo pieno. Si calcola poi che nel Regno ci siano circa 750,000 job vacancies, ovvero posizioni di lavoro per le quali le aziende cercano personale.

Sono numeri che danno il senso di un mercato del lavoro apparentemente dominato dalla domanda e non dall’offerta. In queste condizioni, sarebbe lecito attendersi una crescita dei salari ben superiore all’inflazione, eppure non sta accadendo.  Secondo l’Office for National Statistics, i salari stanno crescendo solo attorno al 2% l’anno, rimanendo in molti casi a livelli minimi.

Alcuni analisti sottolineano che uno dei motivi della stagnazione dei salari è il continuo flusso di immigrati da paesi dell’Unione Europea. In UK ci sono al lavoro oltre 2 milioni di cittadini dell’Unione, un numero cresciuto del 40% negli ultimi tre anni. Tra questi, ovviamente, ci sono gli italiani, che continuano ad arrivare in massa: nel corso del 2015, 60mila italiani si sono registrati per la prima volta per lavorare in UK, un numero in crescita (erano stati 39mila nel 2013 e 46mila nel 2014).  Se la domanda di lavoro (i posti disponibili) cresce, l’offerta si espande in modo anomalo, potendo attingere al pool di disoccupati dei paesi europei. In queste condizioni, è inevitabile che i salari rimangano bassi.

Non è l’unica causa. Incide l’atteggiamento del Governo, restio ad aumentare i salari pubblici (basti vedere la vertenza con i junior doctors). Conta il fatto che vengono eliminati lavori ben pagati (impiegati e tecnici) sostituiti da lavori a piú bassa retribuzione. Ma il fattore immigrazione appare il piú determinante.

Le cose potrebbero cambiare se i britannici voteranno si al Brexit, o in caso di miglioramento delle condizioni economiche nei paesi europei di maggiore immigrazione verso il Regno Unito (nell’ordine Romania, Polonia, Italia, Bulgaria, Spagna).  Eventi che al momento appaiono lontani o poco probabili.

Francesco Ragni

Londra, 18/2/2016

Foto: la fila per registrarsi al Job Centre Plus (F.Ragni)