Di Maio: “Lavorare perché gli italiani non debbano più emigrare”.

Il Vicepremier promette fondi per trattenere i giovani. I dati segnalano un'emigrazione in crescita

Di Maio: “Lavorare perché gli italiani non debbano più emigrare”.

 

La riflessione che suscita in me Marcinelle è che non bisogna partire, e dobbiamo lavorare a non far più emigrare i nostri giovani, perché quando parti e vai a lavorare altrove trovi delle condizioni non sempre dignitose“.

Lo ha detto Luigi Di Maio, Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, a margine del Consiglio dei Ministri di ieri, anniversario dell’incendio nella miniera di Marcinelle, in Belgio, che l’8 agosto 1956 fece 262 vittime fra cui 136 immigrati italiani.

Lunedí, durante un intervento al programma televisivo Agorà su RaiTre, aveva dichiarato: “Non mi darò pace  finche’ ci sara’ anche un solo giovane che andrà a fare un biglietto di sola andata per andare a Londra e lavorare lì”.

E aveva aggiunto: “A settembre lancerò un fondo per idee innovative per tutta Italia e voglio mettere insieme soggetti pubblici e privati, voglio finanziare le idee dei giovani per non farli andare via ma trovare opportunità qui. Stanno tutti all’estero i nostri giovani con le loro idee. Li abbiamo formati con i soldi delle nostre tasse”.

Sempre ieri, in una lettera rivolta proprio agli italiani all’estero, il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi aveva ricordato “i tanti italiani che lasciarono le terre natie cercando all’estero un futuro migliore per se e per i propri figli, spesso affrontando viaggi incerti e pericolosi, condizioni impervie di vita. Siamo stati, fino ai primi anni sessanta del ventesimo secolo – appena ieri – una nazione di emigranti nel mondo. […] . Non scordiamoci mai dei loro sacrifici. Pensiamoci, quando vediamo arrivare in Europa i migranti della nostra travagliata epoca.”.

Un messaggio contestato dai capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, che in una nota hanno scritto“paragonare gli italiani che sono emigrati nel mondo, a cui nessuno regalava niente né pagava pranzi e cene in albergo, ai clandestini che arrivano oggi in Italia è poco rispettoso della verità, della storia e del buon senso“.

Quello dell’emigrazione italiana all’estero è un fenomeno storico, che negli ultimi anni ha però visto una crescita impressionante.
Secondo dati dell’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE) al 1 gennaio 2017 gli iscritti erano 4.9 milioni, cioè l’8,2% dei 60,5 milioni di cittadini residenti in Italia. Una popolazione cresciuta del 3.3% dal 2016, del 7.2% dal 2014 del 14.6% dal 2012. Si tratta di statistiche per difetto, perchè circa un terzo delle persone effettivamente residenti all’estero ottempera all’obbligo di iscrizione all’AIRE.