Il caos benzina non accenna a diminuire nel Regno Unito. Lunghe code si sono formate anche oggi alle stazioni di servizio aperte, mentre molte altre sono rimaste a secco. Il governo ha cercato di attribuire la crisi ad un panico immotivato dei consumatori, ma alla fine ha annunciato che l’esercito è pronto ad intervenire, se sarà necessario.
Una scelta giudicata come “passo precauzionale“, come ha sottolineato il ministro dell’Industria Kwasi Kwarteng. “Se richiesto, il dispiegamento di militari fornirà ulteriori capacità alla catena di rifornimento come misura temporanea“.
Nel frattempo, 75 autisti dell’esercito riceveranno un addestramento speciale di 5 giorni per guidare le autocisterne di carburante, a cui potrebbero aggiungersi altri 75 se necessario.
Inoltre, il governo proprio negli ultimi giorni aveva dato il via libera al rilascio di oltre 10mila visti per i lavoratori stagionali. Visti validi per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Forse proprio questa limitazione di tempo potrebbe far destistere nell’accettare questo “speciale” invito a venire a lavorare in UK lasciando il paese d’origine proprio per un periodo così esiguo.
Ma il governo cerca di riccorrere ai riparsi senza piegarsi più di tanto alla forza lavoro straniera, i prezzi del carburante sono schizzati ai livelli più alti da otto anni, dovuta al fatto che secondo le associazioni di categoria, nel 90% delle stazioni di servizio è andata esaurita. Il prezzo medio di un litro di benzina è aumentato da 1,3587 sterline venerdì a 1,3659 in queste ultimo ore.
Si stanno formando nei piazzali code di automobilisti che vogliono il pieno e diverse aziende sono state esortate a lasciare che i dipendenti lavorino da casa. Nel piano d’emergenza stilato da Downing Street, priorità potrebbe esser data al personale medico del servizio sanitario nazionale, i quale potrebbe avere una corsia preferenziale quando necessità di fare rifornimento alle proprie auto private.
Il piano completo dovrebbe essere presentato a breve, anche se in parte è stato anticipato puntando sul supporto dell’esercito per portare il carburante attualmente presente nei depositi nazionali direttamente nei distributori sparsi lungo tutto il territorio britannico.