Nel Regno Unito sono state superate le 40mila morti totali secondo l’ONS, l’Istituto nazionale di statistica. Il dato è stato generato sommando le vittime in ambito ospedaliero, che vengono monitorate quotidianamente dall’NHS, a quelle nelle case di cura e abitazioni private che invece seguono altri sistemi di controllo.
L’ONS settimanalmente genera un dato unico che ovviamente lascia tutti stupiti, dato che fa effettuare un balzo in avanti ai numeri che vengono comunicati in occasione del briefing quotidiano di Downing Street.
Lo stesso è accaduto nelle scorse ore, quando il numero delle morti in UK era di 32.065 in base ai dati elaborati da Governo e NHS, diventati invece più di 40mila dopo che l’ONS ha aggiunto le vittime registrate fuori dalle strutture sanitarie pubbliche, sia in Inghilterra che Galles, Scozia e Nord dell’Irlanda.
Numeri che hanno superato di gran lunga le più rosee previsioni fatte ormai settimane fa da Sir Patrick Vallance consulente scientifico del primo ministro Boris Johnson, che in una intervista datata 17 marzo aveva detto “Rimanere sotto le 20mila morti sarà un buon risultato per il governo britannico“, ma anche dai modelli matematici di istituti e università sia inglesi che estere che prevedevano un picco massimo di 33mila morti alla data del 4 agosto.
Numeri importanti che continuano a lasciare al Regno Unito, suo malgrado, il primo posto per numero di vittime da covid-19 in Europa e secondo al mondo dopo gli Stati Uniti.
La speranza è che le nuove misure emanate dal governo nella giornata di ieri, che rappresenterebbero una sorta di fase 2 ma molto blanda, possano portare un beneficio generale rallentando la curva dei contagi già nei prossimi giorni.
Su questo però in molti hanno mostrato forti perplessità, perché uno dei maggiori fattori di prevenzione, il social distancing che in UK è di 2 metri, sembra essere molto difficile da attuare in questa fase 2 dato che il Governo ha promosso una ripresa del lavoro graduale già da domani, una riapertura delle scuole i primi di giugno, e una maggiore possibilità di godere degli spazi all’aperto, rispetto a una volta al giorno imposta nel periodo del lockdown.