Brexit, allo studio un visto speciale per baristi e camerieri

Secondo alcune stime nel giro di sei anni in UK serviranno 40.000 persone da inserire nel settore della ristorazione. Da qui la proposta di Migration Watch UK diretta all'Home Office

Brexit, allo studio un visto speciale per baristi e camerieri

 

Uno speciale visto riservato esclusivamente a coloro che vorrebbero entrare in Gran Bretagna per lavorare nelle caffetterie, nei pub, o più in generale nella ristorazione.

E’ la soluzione proposta da Migration Watch UK, una organizzazione indipendente che promuove l’immigrazione come aspetto fondamentale per garantire il benessere dell’economia british.

Coloro che provengono da altri paesi comportanto un indiscusso valore per la nostra cultura, in termini di capacità ed esperienza“,  si legge nello statuto dell’associazione che, attraverso il suo portavoce Lord Green, ha presentato la proposta all’Home Office, dipartimento governativo predisposto alla gestione dei flusi migratori in entrata nel Regno Unito.

La necessità di garantire un accesso speciale a questa particolare categoria di lavoratori nasce a seguito dell’allarme lanciato da Allegra Group’s UK, corporation che opera nel settore del food, che ha eseguito una ricerca dalla quale emerge che nel giro di sei anni in UK serviranno altri 40mila addetti nel settore della ristorazione da aggiungere agli attuali 150mila.

Ma, come ben si sa, la questione Brexit potrebbe frenare notevolmente l’arrivo di manodopera proveniente dagli altri paesi dell’UE, specialmente Italia e Spagna.

Da qui l’idea dello speciale visto della durata di 2 anni che possa permettere soprattutto ai giovani, coloro compresi nella fascia d’età 18-30 anni, di entrare nel Regno Unito senza difficoltà. Una proposta che prende spunto da un simile sistema già in atto in Australia, Nuova Zelanda e Canada, il Youth Mobility Scheme.

Una proposta che, però, ha ancora parecchi aspetti da chiarire. Secondo le prime impressioni date in merito dall’Home Office, l’idea piace ma sicuramente se dovesse essere attuata verranno azzerati tutti i vantaggi che oggi ha un lavoratore nel Regno Unito: niente benefits di nessun genere, soprattutto quelli legati alla casa, garantendo comunque l’accesso al servizio sanitario.

E poi c’è la questione temporale: al termine dei due anni cosa accadrà? Dato che in molti casi, tanti ragazzi che entrano come addetti al servizio al bancone o ai tavoli, dopo alcuni mesi si ritrovano già responsabili di reparto o managar dello stesso punto vendita. Potranno rimanere in UK? O servirà uno speciale contratto, sempre con delle differenze rispetto a coloro nati e cresciuti nel Regno Unito?

Tanti i quesiti ai quali l’Home Office si trova a dover rispondere, soprattutto per offrire la massima chiarezza ai tanti ragazzi che, nonostante la Brexit, ancora oggi tentano la carta Regno Unito, e quella di Londra in particolar modo, per ottenere un posto di lavoro, anche con il rischio di dover tornare nel proprio paese d’origine allo scadere dei due anni.