Non c’è Brexit che tenga per i turisti del Regno Unito

Nonostante il calo della sterlina, i paesi della zona Euro rimangono i più gettonati per i britannici, con l'Italia al primo posto

Non c’è Brexit che tenga per i turisti del Regno Unito

Non c’è Brexit che tenga, quando si tratta di vacanze. Vale per gli inglesi che al giungere del primo caldo mettono in valigia l’essenziale per godersi qualche giorno in spiaggia, senza badare al fatto che il medesimo periodo di ferie, appena un anno fa, gli sarebbe costato molto meno.

Conseguenza della decisione di uscire dall’Unione Europea e, soprattutto, della svalutazione della sterlina sull’euro. Ma per loro poco conta, dato che secondo una ricerca condotta dall’azienda spagnola “Wanup” operativa nel campo dell’accoglienza alberghiera, l’83% dei britannici intervistati ha dichiarato che la Brexit non impedirà loro di partire dal Regno Unito per le prossime vacanze estive.

Soprattutto a corto raggio, dove l’area sud dell’Europea rimane la più richiesta, con l’Italia a farla da padrone come prima meta, seguita dalla Spagna.

Ma la Brexit sta portando anche considerevoli vantaggi al turismo in entrata nell’area UK. Già a fine anno passato i dati confermavano un aumento dei turisti provenienti dalla zona Euro, avvantaggiati da una decrescita del costo medio della vacanza, soprattutto a Londra, dovuta al deprezzamento della sterlina, -15% di valore della moneta nel confronto tra pre e post referendum.

Tendenza che sta ottenendo conferma anche in questa estate 2017: secondo l’agenzia VisitBritain dallo scorso mese di marzo e fino al prossimo agosto è stato registrato un aumento del 19% dei voli in entrata.

Crescita che dovrebbe continuare anche nelle prossime settimane legata alle classiche offerte last-minute che potrebbero invogliare i turisti europei ancora indecisi a scegliere Londra, Edimburgo, Liverpool, Glasgow e altre città britanniche per le loro imminenti vacanze estive.