Effetto Brexit, calano le importazioni dei prodotti Made in Italy

L'olio ha perso il 9% nei mesi successivi al referendum. Secondo i dati Coldiretti l'agroalimentare italiano in UK vale 3,2 miliardi di euro

Effetto Brexit, calano le importazioni dei prodotti Made in Italy

 

Brusco rallentamento dell’export italiano verso il Regno Unito. La causa principale è la svalutazione della sterlina che ha reso più cari i prodotti provenienti dal Bel Paese, sebbene il valore in euro non abbia subito variazioni nel corso degli ultimi anni.

Il controvalore che ora viene pagato dai distributori UK è maggiore se messo a paragone tra i periodi pre e post referendum sulla Brexit dove la sterlina ha registrato un calo anche del 15%, portando però conseguenze negative su entrambi i fronti.

Gli acquirenti dell’area UK stanno sborsando di più per la medesima quantità di prodotti, rispetto a neppure un anno fa; ma anche per i fornitori italiani le cose sono cambiate, dato che in alcune situazioni si sono visti ridurre il quantitativo di merce ordinata.

La conferma giunge dai dati elaborati dall’osservatorio della Coldiretti, la più importante organizzazione degli imprenditori agricoli a livello europeo con un milione e mezzo di associati: la Gran Bretagna rappresenta il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari Made in Italy con un valore annuale medio di 3,2 miliardi euro.

Valore che era in una fase di crescita fin quando ha registrato un considerevole rallentamento nel periodo successivo al voto sulla Brexit. Il maggior calo lo hanno subito i produttori di olio di oliva, registrando una decrescita delle esportazioni verso l’UK del 9% nel corso degli ultimi dodici mesi. Calo che va ad intaccare il valore medio annuale di olio esportato che si aggira sui 56 milioni di euro.

Lieve flessione anche per le esportazioni di vino, prodotto che fa da apripista con un valore medio che si aggira sui 746 milioni di euro; al secondo posto c’è la pasta con 332 milioni e al terzo frutta e verdura con 281 milioni.

A preoccupare non è solo la svalutazione della sterlina che rende più oneroso l’acquisto di prodotti Made in Italy – ha fatto sapere la Coldiretti attraverso una nota ufficiale-  ma anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all’esportazioni agroalimentari italiane.