Era il 5 dicembre del 1952, esattamente 70 anni, fa quando Londra fu colpita da quello che gli storici chiamarono poi “il grande smog”. Un mix di vari fattori che causò oltre 4mila vittime per via dell’aria altamente inquinata che caratterizzava la capitale inglese in quegli anni.
Così inquinata che molti luoghi pubblici, come teatri e cinema, furono costretti a chiudere per via dell’impossibilità di assistere agli spettacoli dato che, oltre allo smog, era difficilissimo vedere a pochi metri di distanza come se ci fosse stata una fitta nebbia, ma composta da sostanze inquinanti.
70 anni dopo la questione “aria” a Londra continua a tenere banco, essendo la metropoli una delle più trafficate al mondo, la più popolosa dell’Europa con oltre 9 milioni di abitanti. Ben Hudson del Global Action Plan, ha affermato che mentre il grande smog di Londra ha innescato importanti decisioni legislative a seguito dell’alto numero di vittime registrate, il Regno Unito ha ancora bisogno di una moderna legge sulla questione inquinamento che includa obiettivi allineati con i limiti suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Hudson ha aggiunto che mentre l’inquinamento atmosferico di oggi non può essere paragonato direttamente al Grande Smog, perché ora abbiamo diversi inquinanti, è ancora “estremamente dannoso“. “Il Grande Smog mostra alcuni parallelismi con oggi, poiché allora bruciavano carbone a buon mercato per riscaldarsi. Le persone sono quindi più propense a intraprendere pratiche altamente inquinanti, come le stufe a legna sotto la falsa concezione che sia più economico riscaldare la propria casa. Solo perché le particelle sono più piccole e invisibili ad occhio nudo, non le rende meno dannose”, ha poi aggiunto.
Indubbiamente, però, ci sono stati alcuni notevoli sviluppi recenti nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, aspetto sul quale l’attuale sindaco Sadiq Khan si sta battendo fin dal giorno del suo insediamento. Solo la scorsa settimana il Clean Air Bill è passato alla sua terza lettura alla Camera dei Lord. È anche conosciuta come la legge di Ella, da Ella Kissi-Debrah, la prima persona in UK per la quale è stato confermato l’inquinamento atmosferico come causa di morte. Si tratta di una proposta di legge che consentirebbe riforme importanti confermando che i cittadini debbano avere il diritto a respirare aria pulita.
Il mese scorso, inoltre, il sindaco Khan ha anche annunciato l’espansione a livello londinese della Ultra Low Emission Zone (ULEZ) il prossimo anno a partire dal mese di febbraio. L’estensione porterà la riduzione del traffico automobilistico in alcuni dei distretti londinesi con il maggior numero di decessi legati all’inquinamento, tra cui Barnet, Bromley, Croydon e Havering.