Emigrati italiani all’estero: il Regno Unito resta un polo d’attrazione

La conferma giunge dal rapporto annuale che analizza i flussi in entrate ed uscita del Belpaese. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le regioni dove si emigra di più

Emigrati italiani all’estero: il Regno Unito resta un polo d’attrazione

 

 

Sono 5,8 milioni gli italiani emigrati all’estero. Di questi quasi 700mila si trovano nel Regno Unito. Anche se si tratta di un numero in corso di definizione per via della scelta del paese di lasciare l’Unione Europea e dar vita al sistema di certificazione degli europei residenti attraverso le modalità del Pre e Settled Status.

Questo sta a significare che prima che la Brexit venisse attuata molti italiani in UK non erano iscritti all’Aire e quindi risultavano residenti nel paese d’origine, confondendo le statistiche necessarie per risalire al numero esatto di emigramti in UK.

Ora, invece, tra Brexit e iscrizione Aire che ha fatto emergere il “sommerso”, è possibile quantificare esattamente quasi sono gli italiani che vivono, lavorano e studiano in Inghilterra, Scozia, Galler e Irlanda del Nord.

Un numero che conferma quanto il paese continui ad essere un polo d’attrazione per coloro che cercano fortuna all’estero. A dirlo il recente rapporto sul flusso migratorio del Belpaese, sia in entrata che in uscita, redatto annualmente dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, giunto alla sua XVII edizione

Nonostante le difficoltà di movimento dovute alla pandemia, molti sono i giovani che se ne vanno soprattutto dal sud a causa delle discriminazioni anagrafiche, territoriali e di genere. Dal 2006 ad oggi la presenza degli italiani all’estero è progressivamente cresciuta passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni. Si tratta dei cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e rappresentando il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente, all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7%. In valore assoluto si tratta di quasi 154 mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274 mila residenti “persi” in Italia.

Negli ultimi anni, sottolinea la fondazione Migrantes, presieduta da monsignor Giancarlo Perego, “la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Aire ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale“.

Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”. Gli italiani nati all’estero sono aumentati dal 2006 del 167,0% (2.321.402 oggi, 869mila nel 2006).

Il 50,3% dei cittadini oggi iscritti all’Aire lo è da oltre 15 anni e “solo” il 19,7% è iscritto da meno di 5 anni. Tutte le regioni italiane perdono residenti aumentando, però, la loro presenza all’estero. Il 48,2% è donna (2,8 milioni circa in valore assoluto). Oltre 2,7 milioni (il 47,0%) sono partiti dal Meridione, più di 2,1 milioni (il 37,2%) dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia. Il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2%, più di 1,8 milioni). Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, argentina (903.081), tedesca (813.650), svizzera (648.320), brasiliana (527.901) e francese (457.138).

L’Europa è al primo posto tra le destinazioni scelte dalle persone che hanno deciso di lasciare l’Italia. Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania.

Mentre le regioni dove si verifica il maggior numero di partenze sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio nell’ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d’Italia, il 46,4% (38.757), invece, dal Centro-Sud. La Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine.