Oltre 400 italiani sono stati stoppati alle frontiere britanniche nel corso del 2021 perché non avevano i requisiti adatti per entrare nel paese. Il dato è contenuto in un’analisi condotta dalla società legale Bates Wells per conto del giornale economico CITY A.M. basata su numeri ufficiali emanati dall’Home Office.
Agli italiani, e più in generale ai cittadini europei, viene impedito l’ingresso in UK se non dotati dei requisiti necessari, a seguito dell’uscita del paese dall’Unione Europea, e relativa scelta di non far parte più del sistema della libera circolazione delle persone tra stati membri.
Dal primo gennaio 2021 il Regno Unito non è parte più dell’UE e da quel momento ai confini britannici è iniziato un inasprimento dei controlli per verificare chi, proveniente dagli altri paesi del Vecchio continente, aveva le carte in regola per entrare sia per semplice turismo che per studio e lavoro.

Secondo l’analisi condotta da Bates Wells il numero di cittadini dell’UE a cui è stato impedito di entrare nel Regno Unito è aumentato di un terzo tra i vari trimestri messi a confronto, passando da 3.075 europei non autorizzati ad entrare durante i mesi di gennaio, febbraio e marzo, a 3.955 tra aprile, maggio e giugno, fino ai 5.266 fermati a luglio, agosto e settembre. Il totale è di ben 12.515 europei bloccati rispetto ai soli 1.150 negli stessi sette mesi dell’anno precedente, quando la Brexit ancora non era stata attuata.
La ricerca ancora non tiene conto dell’ultimo trimestre (ottobre, novembre, dicembre) ma se viene confermato l’andamento dei precedenti, significa che altri migliaia di europei hanno subito la mano pesante delle nuove regole migratorie da parte di Downing Street e che quei 12mila diventeranno molto probabilmente oltre 15mila.
I cittadini rumeni rappresentano la stragrande maggioranza dei cittadini dell’UE respinti (7.432 da gennaio a settembre), seguiti dai bulgari (808) polacchi (615), al quarto posto gli italiani (392), seguiti dagli spagnoli (377) e ancora lituani, slovacchi, portoghesi, francesi e ungheresi.
Tra le maggiori cause che generano il blocco di un cittadino alle frontiere, quella legata al lavoro, ossia quando i funzionari di frontiera ritengono che un cittadino europeo stia entrando nel Regno Unito con l’intento di lavorare ma non sia in possesso del relativo status di immigrazione e quindi costretto a fare dietro front.