A due anni dalla Brexit, i disagi continuano a tenere banco nel Regno Unito soprattutto per coloro che devono attraversare la Manica da una parte all’altra.
Negli ultimi giorni hanno raggiunto oltre 20 chilometri di lunghezza le file di auto di coloro che cercavano di prendere i traghetti direzione Francia e dei tir che entravano nel paese per importare merci dal “continente”.
Il governo britannico sta cercando di correre ai ripari, tanto da siglare un contratto da 200 mila sterline con l’associazione benefica Re:Act, che utilizza ex militari per distribuire aiuti umanitari nelle zone di guerra e in quelle colpite da disastri naturali, al fine di assistere i camionisti bloccati nelle ricorrenti code sulle strade verso i porti inglesi della Manica, in particolare quello di Dover.
Code per imbarcarsi sui traghetti e arrivare in Francia che sono state create soprattutto dai controlli introdotti con l’entrata in vigore definitiva della Brexit.
Lo rivela il Guardian, secondo cui il contratto della durata di un anno è iniziato a novembre e prevede la distribuzione di cibo e acqua quando migliaia di veicoli si incolonnano sulle strade di avvicinamento ai porti del Kent, come l’autostrada M20, e i conducenti restano fermi per più di due giorni.
L’esecutivo conservatore guidato dal premier Rishi Sunak si prepara quindi al ripetersi degli scenari accaduti in passato.
Lo scorso aprile, ad esempio, più di 2mila mezzi pesanti erano rimasti bloccati a lungo in una coda di oltre trenta chilometri a Dover a causa dell’interruzione dei servizi da parte della compagnia di traghetti P&O e di problemi tecnici sul sito dedicato alla documentazione post-Brexit.