Post Brexit: i musicisti ora in tour senza obbligo di visto in 19 paesi europei, Italia compresa

Per mesi artisti del calibro di Elton John ed Ed Sheeran avevano lamentato che Downing Street non aveva tutelato l'industria culturale britannica verso l'Europa

Post Brexit: i musicisti ora in tour senza obbligo di visto in 19 paesi europei, Italia compresa

 

Uno degli accordi rimasti in sospeso tra Regno Unito ed Unione Europea è giunto finalmente a conclusione: quello che permette agli artisti e musicisti di viaggiare senza obbligo di visto, e quindi senza incorrere nel rischio di dover pagare una tassa di ingresso.

Obbligo che avrebbe danneggiato notevolmente gli artisti britannici dato che avrebbero dovuto pagare la tassa all’ingresso di ogni stato membro che, per chi è impegnato in tour internazionali, avrebbe significato sborsare migliaia di euro, o addirittura per coloro che si autosostengono rinunciare del tutto alla carriera fuori dai confini.

Per mesi artisti come Elton John ed Ed Sheeran o attori come Ian McKellen e Patrick Stewart hanno esortato Downing Street a sostenere i viaggi senza visto, per permettere che continuasse quello scambio culturale naturale da e verso l’Europa, come lo è stato per decenni. Alcuni mesi fa era apparsa sul Times una lettera – firmata da stelle della musica e del cinema – che sottolineava come, in mancanza di un accordo, i costosi permessi di lavoro e la montagna di burocrazia per l’equipaggiamento avrebbero reso le tournée proibitive soprattutto per i musicisti giovani ed emergenti (qui un nostro articolo).

L’industria musicale britannica, per la quale il mercato della musica dal vivo europeo vale quasi quattro volte quello statunitense, aveva lamentato al governo l’assenza di norme che regolassero la materia nell’accordo sulla Brexit. Mesi dopo, e tonnellate di polemiche anche, l’accordo è stato raggiunto, anche se solo con 19 stati membri, tra i quali compare l’Italia.

Gli artisti britannici potranno viaggiare in questi territori senza pagare i visti di ingresso rimamendo per un massimo di tre mesi, lo stesso vale per coloro che dai 19 paesi firmatari dell’accordo giungono nel Regno Unito. Gli stati sono: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Per i rimanenti otto Downing Street sta portando avanti delle trattative dirette con la speranza che si possano allineare ai “colleghi” nel futuro prossimo.

Qui il link dove è possibile trovare l’annuncio ufficiale da parte del governo britannico.