Dopo anni di attesa e un lungo iter parlamentare, l’Italia si è finalmente dotata di una legge sulle unioni civili, approvata la scorsa settimana dalla Camera con 372 voti favorevoli e 51 contrari. Una legge storica per il nostro paese, ultimo tra i paesi europei occidentali a riconoscere le unioni civili, ma che sembra essere solo un punto d’inizio piuttosto che un vero e proprio traguardo.
La norma introduce per la prima volta in Italia l’unione tra persone dello stesso sesso, e riconosce diritti e doveri alle coppie, omosessuali e non, che vogliono registrare la propria convivenza senza sposarsi.
La legge introduce il riconoscimento della convivenza di fatto tra due persone maggiorenni dello stesso o di diverso sesso, che non hanno contratto matrimonio o unione civile in precedenza. I conviventi avranno gli stessi diritti delle coppie sposate in caso di malattia, carcere o morte di uno dei due. In caso di scioglimento del contratto, il giudice può riconoscere a uno dei due conviventi il diritto agli alimenti in proporzione alla durata del contratto. Dall’unione civile deriva l’obbligo all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione, contribuendo a sostenere i bisogni comuni. L’unione tra le coppie omosessuali, a differenza del matrimonio, non prevede l’obbligo di fedeltà e la possibilità di adottare il figlio del coniuge (stepchild adoption), uno dei punti più controversi dell’intero dibattito.
L’approvazione della legge in Italia è stata accolta dalla comunità LGBT italiana di Londra con sentimenti misti, di soddisfazione, certo, ma anche di riserve (“I gay italiani di Londra sono felici a metà’‘ scrive TheItFactor, che intervista alcuni di loro).
Roberto Sormani, il coordinatore dell’associazione londinese Wake up Italia, che si occupa dei diritti delle persone italiane LGBT a Londra, spiega così le mancanze del provvedimento: “Non possiamo dirci soddisfatti di una legge che trascura i diritti dei bambini delle coppie same-sex e mantiene la disparità fra coppie gay ed eterosessuali. È però un passo fondamentale che va a colmare un vuoto nella vita affettiva di migliaia di persone LGBT italiane, garantendo alle coppie omosessuali il riconoscimento di fondamentali diritti umani”.
La legge sulle unioni civili in Italia giunge, seppur in ritardo, come diretta conseguenza di anni di battaglie per i diritti delle persone LGBT. Prosegue Sormani: ” La legge rappresenta una prima sconfitta per chi per anni si è ostinato a negare la possibilità per le persone omosessuali di vivere apertamente la propria dimensione affettiva, di fatto relegandole all’anonimato”. Tuttavia, per l’associazione il vuoto non è ancora del tutto colmato: “non ci fermeremo nella richiesta di piena uguaglianza e continueremo a lottare per i diritti delle persone LGBT e, con ancora più forza, per i loro figli, affinché possano godere delle stesse tutele giuridiche di tutti gli altri bambini.”
Chiara Luise
Londra, 16/5/2016
foto: Wake Up Italia