Renzi, l’Italia combatte il terrorismo con la cultura

Tra le misure previste, un bonus di 500 euro per tutti i 18enni, da spendere in beni e attività culturali

Renzi, l’Italia combatte il terrorismo con la cultura

 

Se ai tempi di Berlusconi la Cultura era affidata a manager provenienti da McDonald’s ed era considerata poco piú che una palla al piede (“Con la cultura non si mangia” diceva l’allora ministro delle Finanze Tremonti), con Matteo Renzi la Cultura è tornata a giocare un ruolo centrale nelle scelte politiche italiane.

Ieri se ne è avuto una ulteriore testimonianza, con l’annuncio di una serie di iniziative a favore della cultura del valore complessivo di un miliardo di Euro.  La stessa cifra che il governo ha stanziato per rinforzare la sicurezza nazionale alla luce dell’allarme terrorismo.

«Per ogni euro in più investito sulla sicurezza deve esserci un euro in più investito in cultura.” ha detto Renzi. L’idea è quella che per combattere il terrorismo è necessario difendere i nostri valori e la nostra identità culturale. Un messaggio molto forte anche dal punto di vista simbolico e che sta avendo una positiva risonanza internazionale.

Tra le iniziative a supporto della cultura, la distribuzione a tutti i diciottenni di una carta da 500 Euro da spendere per consumi culturali: teatri, musei, concerti, libri. «Un bonus per chi diventa maggiorenne – ha spiegato Renzi – perché abbia anche simbolicamente la consapevolezza di cosa significhi diventare maggiorenne in Italia: protagonista e co-erede del più grande patrimonio culturale al mondo».

Le altre proposte includono la possibilità per i cittadini di donare il 2 per mille a un’associazione culturale di loro scelta, invece che ai partiti politici, e lo stanziamento di 500 milioni di euro per iniziative culturali nelle periferie delle grandi città, le zone dove è piú alto il rischio terrorismo.

Nei giorni in cui Francia e Inghilterra discutono di bombardamenti in Siria, la decisione del governo Italiano assume un significato importante. E viene in mente una delle frasi piú famose attribute a Winston Churchill, quando, durante la seconda guerra mondiale, gli chiesero di tagliare i fondi per l’arte per supportare lo sforzo bellico. La sua risposta fu lapidaria “Then what are we fighting for?“.

Londra 25/11/2015

Francesco Ragni

foto: sito ufficiale del Governo italiano