Quaranta minuti di ritardo per Matteo Renzi in occasione della presentazione a Londra del suo libro “Un’altra strada”.
L’ex premier, su suggerimento del deputato Massimo Ungaro organizzatore dell’incontro, ha scelto di mandare avanti l’auto con la scorta, per prendere i famigerati mezzi pubblici londinesi, per giungere al Christopher Ingold Building ospite dell’’Italian Society dell’UCL.
Una scelta che si è rivelata poco azzeccata, essendo rush hour momento per nulla ideale per fare il locals per un giorno.

Si è ridotto quindi ad appena 20 minuti l’intervento rispetto a un’ora come da programmata, che Matteo Renzi ha comunque saputo rendere originale e ammaliante strappando applausi e risate tra i umerosi presenti, soprattutto studenti italiani nelle università della capitale.
Ha giocato molto di autoironia, “Io e Cameron possiamo tenere un master su come organizzare il giusto referendum“.
“C’è questa ondata di populismo in tutta Europa – ha poi aggiunto offrendo la sua interpretazione sul momento storico che sta vivendo il Vecchio continente -. Ma è solo un moda passeggera, perché c’è bisogno di competenze, di persone qualificate che sappiano dire e fare cose giuste, non solo proclami. E lo stesso sta accadendo anche qui, in Inghilterra, con una opposizione che ha perso la sua vera e storica caratura. Jeremy Corbin come leader del Laburisti non rappresenta neppure un decimo del valore del suo predecessore Tony Blair. La competenza tornerà di moda, qui come in Italia e in tutta Europa”.
L’ex leader del Partito Democratico ha fatto poi un salto sulla politica nostrana, approfittando dell’occasione per togliersi molti sassolini dalla scarpa, facendolo sempre con la sua bravura nel dosare le parole ma sferrando pesanti frecciate.
Tra i destinari prescelti Luigi Di Maio, “Anziché vantarsi di prendere l’aereo in economy, che prendesse anche la business class purché studi di più” e Matteo Salvini,”Ora è sempre e solo ‘Italiani prima di tutto’. Ma ve lo ricordate quando indossava le magliette ‘Padania is not Italy’. Io me lo ricordo bene, perché io l’inglese lo mastico bene… shishi“